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di Miriam Cuccu - 21 aprile 2015
Il corteo per chiedere il bomb jammer promesso al pm
A un anno di distanza dalla richiesta a Roma del bomb jammer per il pm Nino Di Matteo (che scongiurerebbe l’esplosione di una bomba azionata da un telecomando) Scorta Civica si è data nuovamente appuntamento, insieme ad altre associazioni come le Agende Rosse, per un corteo al quale si sono uniti un migliaio di persone, tra cui molti studenti delle scuole Borgese, Vittorio Emanuele III, Crispi e Regina Margherita di Palermo. Punto di partenza via Libertà 137, luogo nel quale è affissa la lapide commemorativa del Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio 1980.

In testa al corteo, al quale si sono uniti Vincenzo Agostino con la moglie Augusta (genitori dell’agente Nino Agostino ucciso da un gruppo di sicari mafiosi) uno striscione lungo 21 metri con la scritta “Siamo tutti Di Matteo”, mentre gruppi di ragazzi gridano lo slogan “fuori la mafia dallo Stato!”. “E’ stato un corteo movimentato, anche se mi aspettavo maggiore affluenza le scuole hanno risposto. – ha detto Rosanna Melilli, del movimento delle Agende Rosse – Ringrazio l’assessore Barbara Evola per averci sostenuto mandando una circolare in tutte le scuole, auspicando la partecipazione di alunni e insegnanti”. Una manifestazione dall’assessore alla Scuola e alla Realtà dell’Infanzia a Palermo “pienamente condivisa”. Durante il corteo un gruppo di studenti hanno dato vita a due flash mob, simulando l’esplosione del tritolo. In tarda mattinata, poi, è previsto l’incontro di una delegazione di studenti con Di Matteo.


Già ad aprile dello scorso anno Scorta civica e le Agende Rosse avevano organizzato una manifestazione a Roma. Una piccola delegazione, capeggiata da Salvatore Borsellino, si era presentata al Viminale per consegnare le circa seimila firme di chi, non potendo essere presente per l’occasione, si era ugualmente unito per richiedere l'applicazione del bomb jammer per Di Matteo. Il ministro dell'Interno Alfano, tuttavia, non si trovava lì nonostante avesse in precedenza concordato con il fratello del giudice Paolo un incontro in occasione di questa giornata. E’ trascorso un anno ma ancora nulla è cambiato, il jammer non è stato attribuito, il Ministro non ha dato alcuna risposta. Le minacce, però, non sono diminuite e l'indignazione della società civile continua a crescere.

Di Matteo incontra gli studenti
di-matteo-deleg-studenti-20150421A margine della manifestazione per il bomb jammer a Di Matteo, l’incontro tra il pm e una delegazione di studenti. In questa occasione il magistrato di Palermo ha tenuto a ringraziare per la vicinanza dimostrata da parte della società civile, in particolare gli studenti, considerando “fondamentale il sostegno e l’impegno della gente”, grazie al quale Di Matteo si è detto incoraggiato nel proseguire la sua attività di magistrato.

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