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orlando-andrea-2di AMDuemila - 24 dicembre 2014
Massimo Carminati, ritenuto il capo della mafia criminale, va al 41 bis. Lo ha deciso il ministro della Giustizia Andrea Orlando (in foto), che ha disposto il regime di carcere duro previsto dall'ordinamento penitenziario accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura di Roma, titolare delle indagini sulla mafia Capitale. Intanto dalle carte depositate ieri al Riesame, si scoprono altri dettagli dei rapporti tra i sodali dell’associazione. Ad esempio quello tra Carminati e l’imprenditore Cristiano Guarnera, ritenuto colluso dai pm di Roma Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli. “Nel corso del mese di settembre 2014 – è scritto in una nota dei Ros depositata ieri - si registravano una serie di rilevanti acquisizioni dalle quali emergeva che Carminati, da un lato avesse incaricato il Guarnera di individuare alcuni terreni, da destinare a usi che restano tuttora da comprendere, dall’altro si fosse offerto a sua volta di aderire alle richieste dell’imprenditore, indirizzandolo verso due soggetti di fiducia: il gioielliere Laurenti Stefano per acquistare a un prezzo vantaggioso un orologio di pregio, e l’avvocato Esposito Antonio per la trattazione di questioni legate presumibilmente alle procedure di sfratto di alcune proprietà della famiglia Guarnera”. Sia Esposito che Laurenti non sono indagati e sono estranei alle indagini.

Il tribunale del Riesame di Roma dovrà decidere anche sulle istanze presentate dai difensori di alcuni degli indagati finiti agli arresti nell'ambito dell'inchiesta. Il collegio, presieduto da Bruno Azzolini, dovrà valutare le posizioni dell'ex amministratore delegato Ama, Franco Panzironi, di Sandro Coltellacci, Pierina Chiaravalle, Rossana Calistri (già agli arresti domiciliari), Luca Odevaine, e gli imprenditori Cristiano Guarnera e Giuseppe Ietto. La riserva del tribunale potrebbe essere sciolta già nella prossime ore.
Intanto il presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone ha notificato l'avvio del procedimento per la richiesta di commissariamento di due appalti affidati da Ama al Consorzio Nazionale Servizi (sede a Bologna) e alla Cooperativa Edera (sede a Roma). Sono i primi due appalti commissariati relativi all'inchiesta Mafia Capitale. Un iter che segue la procedura prevista dall'articolo 32 del decreto legge 90 che ha affidato più ampi poteri all'Authority. Le due aziende hanno ora 15 giorni di tempo per presentare un'eventuale memoria. Successivamente Cantone chiederà al prefetto di Roma di emettere i relativi decreti di commissariamento.

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