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campagna-graziella-saponaradi Giuseppe Lombardo - 12 dicembre 2014
L’hanno ammazzata due volte i suoi carnefici, Gerlando Alberti Junior e Gianni Sutera, autori di un delitto infame. L’hanno ammazzata dapprima coi metodi mafiosi, con la forza delle armi. E dopo l’hanno uccisa col silenzio, con l’omertà, con l’indifferenza: una cortina di fumo creata attorno ad un omicidio che rappresenta ancora una ferita aperta.
Per questo, ventinove anni dopo, Messina ha voluto onorare la memoria della vittima attraverso un’iniziativa pubblica, organizzata dalla famiglia Campagna e dall’assessorato alla Pubblica Istruzione, in collaborazione con il gruppo Agende Rosse.
Così, nella cornice del Palacultura, gli studenti di tantissime scuole hanno potuto apprendere il valore della testimonianza: dall’istituto Don Bosco a Villa Lina, dal Paino al Leopardi, dal Leone XIII al S. Francesco di Paola. E poi ancora le scuole di Tremestieri, Torregrotta, Saponara, Rometta. E gli istituti superiori: dall’Ainis al Marconi, dal Maiorana all’Archimede, passando per il Bisazza, il Nautico, il Verona Trento, il Maurolico, il La Farina, l’Antonello e il Seguenza.
Di fronte ad una platea così composita, l’assessore Patrizia Panarello ha invitato le giovani generazioni ad acquisire il valore della legalità, a combattere e sconfiggere la cultura di morte che ha portato al sacrificio degli onesti. “Camminiamo insieme sulle orme di chi c’ha preceduto” ha affermato l’esponente della Giunta.

E se il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, ha invitato a denunciare i malfattori, sempre, poiché soltanto così si può essere cittadini fino in fondo, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita si è lasciato andare ad alcune considerazioni sugli uomini di Stato: “Le funzioni pubbliche non devono mai essere uno strumento di arricchimento personale, ma devono essere una via per servire il popolo. Ciascuno deve saper servire secondo la propria vocazione e secondo le proprie attività. Questo significa rispondere alla propria coscienza, questo è il senso stesso della democrazia“. Anche il consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello è intervenuto nel corso dell’evento, rilanciando la sua proposta, quella di dedicare l’Aula consiliare alla memoria di Graziella.
Toccanti sono state le parole dell’avvocato Fabio Repici: ricordando come il cammino dal ’96 al 2009, anno della sentenza definitiva, sia stato tutt’altro che agevole, Repici ha spiegato di essersi battuto non solo contro Cosa Nostra, ma contro la connivenza delle istituzioni. “La storia di Graziella Campagna – ha tuonato Repici commosso – è la storia di un appuntato eroe, Piero Campagna, un uomo di fronte a cui le istituzioni della Repubblica dovrebbero prestare il proprio ossequio. Lui, lui più di tutti, si è fatto carico da solo dei doveri di una nazione, contro ogni politico o magistrato disonesto“.
Le conclusioni sono state affidate all’ospite d’onore, Don Ciotti. Questi si è rivolto alle coscienze, evidenziando la necessità di un’autoriforma dell’anima. “Per cambiare davvero bisogna avere la serietà di conoscere. E’ mai possibile che in questo paese non vi sia una strage di cui si conosca la verità? Questo chiediamo, verità e giustizia, che equivalgono alla libertà”. “La mafia – ha chiosato Don Ciotti – non è un mondo a parte, è parte del nostro mondo. O sentiamo che quei colpi rivolti a Graziella sono stati sparati anche a noi o la memoria diventa soltanto retorica”.

Fonte: www.strettoweb.com

Tratto da:
19luglio1992.com

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