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rapido-904-4di AMDuemila - 26 novembre 2014
Si è aperto ieri il processo sulla “strage del rapido 904” contro il boss Totò Riina. La Corte ha ammesso la richiesta della difesa del capo di Cosa Nostra di chiamare come teste Marco Minniti  sottosegretario con delega dell’intelligence e Giampiero Massolo, direttore del Dis.
Riina è accusato di aver ordinato la strage del treno rapido 904 diretto da Napoli a Milano, che il 23 dicembre 1984 provocò 17 morti e 267 feriti, aprendo così il periodo delle stragi in Sicilia e in Continente che si susseguirono fino al 1993. L’avvocato Luca Cianferoni, difensore del boss ha chiesto la deposizione dei due uomini dei servizi segreti per interrogarli riguardo la desecretazione degli “atti afferenti alle indagini dei servizi di sicurezza relativi all’attentato”. Il segreto di Stato su questi atti, infatti, è stato tolto proprio quest’anno dal presidente Matteo Renzi che ha emesso ad aprile una direttiva che stabilisce la “declassificazione della documentazione relativa a gravissimi eventi che negli scorsi decenni hanno segnato la storia italiana, con l’obiettivo di rendere conoscibili in tempi più brevi tutti i documenti tenuti dalla pubblica amministrazione”.

Angela Pietroiusti, che rappresenta la pubblica accusa si è opposta alla richiesta ritenendo che la loro testimonianza avrebbe "un contenuto meramente esplorativo, più che una prova sarebbe un'attività di indagine", si tratterebbe "della cosiddetta prova a sorpresa: verrebbe pregiudicato il diritto alla controprova". Ma il presidente della Corte Ettore Nicotra ha accolto la richiesta di Cianferoni dal momento che “non può ritenersi l’assoluta irrilevanza” delle testimonianze di Minniti e Massolo.

Per la “strage del rapido 904” chiamata anche “strage di Natale” perché avvenne la domenica prima di Natale, quando il treno era pieno di viaggiatori che si spostavano per le festivita', sono già stati condannati definitivamente nel 1992 i boss mafiosi Pippo Calo', Guido Cercola e Franco Di Agostino e l'artificiere tedesco Friedrich Schaudinn. Il capo della cupola è entrato nell’inchiesta solo nel 2010, inseguito a nuove rivelazioni di pentiti che spinsero i magistrati della Dda di Napoli a riaprire le indagini, poi trasferite per competenza territoriale a Firenze.

Presente in aula anche Antonio Ceraldo, in passato presidente della Associazione dei famigliari delle vittime, che si è costituito assieme a molti sopravvissuti e parenti delle vittime parte civile. Contro Salvatore Riina si sono costituiti parte civile anche la Presidenza del Consiglio, la Regione Toscana e l’associazione Libera di Don Ciotti. Mentre, come osserva Ceraldo "E’ grave che … non si siano costituiti parte civile né il Comune di Napoli né la Regione Campania”.

ANTIMAFIADuemila
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