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sindaco-arrestato-ndranghetadi AMDuemila - 14 ottobre 2014
Concorso esterno alla ‘Ndrangheta. È con questa accusa che è stato arrestato il sindaco di San Ferdinando (Reggio Calabria) Domenico Madafferi (in foto), ritenuto a disposizione della cosca Bellocco per il rilascio di licenze e autorizzazioni per esercizi commerciali nella disponibilità della famiglia mafiosa. Otre al primo cittadino, arrestato anche il vice sindaco Santo Celi, membro di una lista civica, e Giovanni Pantano, consigliere comunale di minoranza, nel corso di un blitz che ha colpito 26 esponenti della cosca Bellocco, tra cui i tre soggetti politici che per la famiglia ‘ndranghetista si sarebbero prodigati in una serie di favori. Le accuse per gli esponenti della cosca sono, a vario titolo, associazione mafiosa, traffico di droga, estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni. Scattato anche il sequestro di alcune aziende, tra le quali ristoranti, negozi e imprese, nell’ambito dell’indagine condotta dal procuratore Federico Cafiero de Raho e dal sostituto procuratore Giulia Pantano che ha consentito di accertare l’esistenza di una potente convergenza di interessi tra ambienti politici, economici e criminali locali. Lo scorso anno i carabinieri avevano già arrestato il comandante ed un agente della polizia municipale di San Ferdinando perché avrebbero agevolato la cosca Bellocco nell'intestazione fittizia di un bar.

Madafferi, da due anni al Pd, nei mesi scorsi si era reso particolarmente attivo per la protesta contro l’arrivo delle armi chimiche provenienti dalla Siria al porto di Gioia Tauro, organizzando incontri sul territorio locale insieme ad altri amministratori ed ai cittadini del comune. A luglio si sono svolte infatti le operazioni di trasbordo dei 78 container contenenti gas siriani, passati dalla nave “Ark Futura” alla “Cape Ray”: in tutto ottocento tonnellate di materiale. Il sindaco di San Ferdinando deplorava la scarsa presenza delle amministrazioni competenti nel corso delle operazioni avvenute sulla banchina del porto di competenza del comune.
Madafferi, al momento ai domiciliari, è stato inoltre promotore delle politiche favorevoli ai migranti impiegati nella raccolta degli agrumi. Ora, però, dovrà rispondere dell’accusa di “specifico e consapevole contributo alla cosca” in quanto avrebbe rilasciato attestazioni anagrafiche fasulle per favorire il rilascio di licenze, così da permettere l’apertura di negozi e imprese commerciali riconducibili ai Bellocco. Avrebbe fornito, inoltre, strumenti e informazioni alla cosca che avrebbe potuto così accaparrarsi appalti nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Anche a Celi e Pantanamo sono state rivolte le stesse accuse, seppure con modalità diverse.

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