Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

tartaglia-proc-manninodi AMDuemila - 8 ottobre 2014
Palermo. Secondo la tesi accusatoria dei pm della trattativa Stato-mafia (Vittorio Teresi, Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia) l’ex ministro Dc Calogero Mannino, accusato di minaccia a corpo politico dello Stato ma giudicato separatamente con rito abbreviato, dopo il maxi processo e l'omicidio del collega di partito Salvo Lima aveva capito di essere la successiva vittima della mafia, e avrebbe tentato di intraprendere un dialogo con Cosa nostra attraverso i suoi contatti con i carabinieri del Ros. Oggi è cominciata la requisitoria della pubblica accusa, rappresentata in questa occasione dal pm Tartaglia (alla presenza anche degli altri magistrati del pool).

"La condotta di Mannino e degli altri intermediari della trattativa ha finito per contribuire a cambiare la strategia stragista di Cosa Nostra negli anni 92 - 93” ha detto Tartaglia all’inizio della sua requisitoria, ricostruendo quegli anni a partire dal '91 quando lo Stato, con Claudio Martelli al ministero della Giustizia di Giovanni Falcone agli Affari Penali, cominciò la sua battaglia a Cosa nostra a colpi di norme pesantissime. La mafia capisce che il vento è cambiato e decide, dopo una serie di riunioni, di "eliminare i rami secchi", avrebbe detto Riina nel corso di un summit. Cioè di eliminare i politici che prima avevano dato garanzie, poi non le avevano mantenute. "Venne stilato un programma con tanto di obiettivi da uccidere" ha proseguito Tartaglia. Prima Salvo Lima, Mannino al secondo posto, poi politici come Carlo Vizzini e Salvo Andò. Infine Martelli, ma per la sua azione antimafia. Il programma di Cosa Nostra riceve una spinta propulsiva dal maxi processo che conferma le condanne per centinaia di boss e non va come Cosa nostra prevedeva. Segue l'omicidio Lima e l'allarme dell'inizio di una strategia stragista lanciato dall'ex ministro dell'Interno Scotti, ma valutato dai politici dell'epoca, "una patacca". Tartaglia si sta soffermando ora proprio sulla reazione di Mannino dopo l'omicidio Lima e dopo la lunga serie di minacce da lui ricevute e mai denunciate.

Fonte ANSA

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos