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1Il grido del fratello di Paolo Borsellino prima del comizio di Beppe Grillo
di Lorenzo Baldo - 6 maggio 2014
Palermo. “Questa è un’emergenza. Stamattina aprendo il giornale ho letto quello che mai mi sarei aspettato di leggere”. Dal palco del Movimento 5Stelle, prima del comizio di Beppe Grillo, è il fratello di Paolo Borsellino a prendere la parola. Il suo è un grido disperato che si diffonde prepotentemente in piazza Politeama. La notizia di quello che viene definito uno “scippo” delle nuove indagini sulla trattativa Stato-mafia messo in atto dal Csm attraverso una circolare esplode nelle sue parole. Salvatore Borsellino accusa pubblicamente il Presidente della Repubblica – capo del Csm – di essere di fatto il “garante del silenzio sulla trattativa” nei confronti della quale suo fratello, Paolo, una volta venuto a conoscenza, si è opposto con tutte le sue forze fino a farsi ammazzare.

3“Su quella trattativa è calata una congiura del silenzio che dura da vent’anni”, spiega Borsellino mentre si addentra a illustrare la gravità di una circolare che impedirà ai pm Di Matteo, Del Bene e Tartaglia di proseguire sui nuovi filoni di indagine legati alla trattativa.
La gente ascolta assorta ogni sillaba, ogni tanto un applauso interrompe il discorso. Il fratello del giudice assassinato in via D’Amelio parla del “triumvirato” che governa l’Italia: Napolitano-Renzi-Berlusconi. C’è anche un passaggio forte sullo svuotamento dell’articolo 416ter sullo scambio elettorale politico-mafioso. “Oggi si sta verificando quello che era avvenuto in passato, poco prima che Falcone e Borsellino venissero uccisi – spiega Salvatore –, all’epoca c’era un pool antimafia che aveva portato alla sbarra tutta la Cupola mafiosa ottenendo centinaia di anni di galera. Dopo quel grande successo avevano cominciato a smantellare il pool.4 In un’intervista mio fratello Paolo aveva denunciato lo smantellamento del pool ed era stato deferito al Csm. E dopo vent’anni il Csm sta cercando di smantellare il pool di Palermo…”. La voce del fratello di Paolo Borsellino si alza ulteriormente, tutta la passione civile di quest’uomo vibra forte mentre dietro di lui su un grande striscione, tenuto alto da alcuni esponenti della “Scorta civica”, spicca la frase “Siamo tutti Di Matteo”. “Cosa volete aspettare ancora? – grida Salvatore – Io mi ricordo cosa hanno fatto i palermitani ai funerali degli agenti di scorta di Paolo Borsellino: hanno cacciato via a calci, a pugni, a schiaffi e a sputi quegli avvoltoi che si disputavano i primi banchi della Cattedrale… Oggi che cosa aspettiamo, che uccidano un altro magistrato? Poi appenderemo le lenzuola bianche alle finestre per dire fuori la mafia dallo Stato?! Perché non cominciamo a farlo adesso mentre questi magistrati sono ancora vivi, prima che li uccidano?! 7Perché dobbiamo sempre aspettare il sangue per reagire? Siamo diventati un popolo di imbelli incapaci di reagire!”. “Questo Presidente della Repubblica si merita l’impeachment”, sottolinea con forza Salvatore Borsellino prima di ricordare la richiesta popolare del “bomb-jammer” per Di Matteo e le successive menzogne del ministro dell’Interno Angelino Alfano sulla sua effettiva messa a disposizione. “Oggi di quel ‘bomb-jammer’ non c’è più bisogno perché il giudice Di Matteo lo hanno già ucciso impedendogli di continuare le indagini sulla trattativa!”. Borsellino fa notare che la circolare del Csm arriva pochi giorni dopo l’annuncio del Premier Renzi di volere desecretare le carte sulle stragi.8 “Si tratta solo di una mossa elettorale, da una parte dicono di togliere il segreto di Stato su quelle carte e dall’altra impediscono di indagare a quei pochi giudici che rappresentano la memoria storica al Palazzo di giustizia di Palermo”. “Ribellatevi adesso – rimarca con forza Salvatore Borsellino –, chiedete a gran voce giustizia e verità, impedite che a questi magistrati sia messo il bavaglio, il popolo di Palermo deve reagire! Il popolo di Palermo deve alzare la testa, non deve aspettare che sia versato altro sangue!”. Il fratello del giudice Borsellino parla del “lavoro sporco” che avrebbe dovuto fare Totò Riina con la condanna a morte del pm Di Matteo. “Ora non serve più… ci ha pensato Napolitano mettendo il bavaglio a questi magistrati”. “Vent’anni fa, Paolo, parlando di quello che era accaduto al pool, riferendosi nello specifico ai provvedimenti disciplinari che erano rientrati, aveva detto: ‘poi l’opinione pubblica ha fatto il miracolo’, ecco io vi chiedo: rifate ancora una volta questo miracolo! Protestate, protestate, protestate con tutto il fiato che avete! Impedite che questo nuovo assassinio, senza sangue, venga ancora una volta perpetrato! 9Domani saremo nuovamente davanti al Tribunale di Palermo con la ‘Scorta civica’, non ci illudiamo di poter salvare loro la vita, ma potremo far sentire loro la nostra vicinanza e il nostro affetto. Io chiedo a tutta Palermo di fare sentire a questi magistrati sostegno e vicinanza, loro stanno combattendo per noi, stanno lavorando per noi, stanno seguendo una strada di verità e giustizia, una strada che spesso porta alla morte. Così sono morti i giudici Falcone, Borsellino, Chinnici, Terranova, Costa ed altri, è un elenco senza fine quello dei magistrati che hanno sacrificato la propria vita per la verità e per la giustizia. Oggi Napolitano adopera altri metodi per fermare questi magistrati e noi dobbiamo impedirlo! Dobbiamo far si che questi magistrati possano continuare il loro lavoro e se non sarà loro permesso vi prego ribellatevi, ribellatevi, ribellatevi!”. Il grido “resistenza” ripetuto tre volte da Salvatore spacca letteralmente gli altoparlanti mentre la piazza esplode in un applauso liberatorio.

Foto © ACFB

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