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L'ex senatore ricoverato in ospedale a Beirut
di AMDuemila - 16 aprile 2014
Rischiano davvero di complicarsi le procedure per ottenere l'estradizione dal Libano da parte dell'ex senatore Marcello Dell'Utri, fermato nei giorni scorsi in base a un mandato di cattura internazionale. L'ultima indiscrezione riguarda una richiesta proveniente proprio dal Libano affinché siano consegnati, a corredo della richiesta di estradizione, tutti gli atti del processo per concorso esterno in associazione mafiosa tradotti in arabo. Una documentazione particolarmente vasta che non riguarderebbe soltanto l'ultima sentenza (già composta da 500 pagine ndr), ma di tutti i verbali dele udienze, delle deposizioni dei testi sentiti al processo di secondo grado, ma anche, secondo  un’interpretazione del trattato di estradizione Italia-Libano, dei due verdetti precedenti, ovvero il primo del tribunale e la prima sentenza d’appello poi annullata dalla Cassazione. Una molte gigantesca di documenti che potrebbero non essere pronta entro l'11 maggio, data entro cui scadono i termini di custodia cautelare. La convenzione tra Libano e Italia prevede che se entro 30 giorni il paese richiedente non fa pervenire i documenti necessari all’estradizione all’arrestato può essere restituita la libertà.

Nello specifico l’articolo 23 della Convenzione relativa all’assistenza giudiziaria reciproca, che regola i rapporti tra Italia e Libano prevede che “si potrà porre fine all’arresto provvisorio se, nel termine di trenta giorni dall’arresto, il governo richiesto non avrà ricevuto uno dei documenti menzionati al secondo comma dello articolo 21. La liberazione esclude l’arresto e l’estradizione se la domanda di estradizione perviene successivamente”.
Dopo che gli avvocati italiani di Dell'Utri hanno ottenuto il rinvio della sentenza della corte di Cassazione, che tornerà ad esprimersi il prossimo 9 maggio, la situazione si fa davvero più complicata e anche qualora vi fosse una condanna le autorità libanesi potrebbero liberare l'ex senatore.
E a quel punto le possibilità per l'ex senatore di Forza Italia sarebbero immense, compreso il trasferimento in un altro stato dove vincoli con l'Italia per l'estradizione potrebbero non esistere.
Altra notizia dell'ultimo momento è quella data dai due colleghi, Giuseppe Guastella del Corriere della Sera e Francesco Viviano di Repubblica, i quali sarebbero riusciti ad incontrare Dell'Utri nell'ospedale di Beirut prima di essere fermati dalla polizia.
“L'ho visto molto affaticato – ha raccontato Viviano - Indossava una tuta marrone, aveva la barba lunga e le manette ai polsi. Ho scattato una foto e sono intervenuti i militari, mi hanno ammanettato insieme al collega del Corriere della sera Giuseppe Guastella perché non capivano chi fossimo”. La polizia libanese ha prelevato i passaporti dei due reporter, bloccati per circa un'ora, per poi lasciarli andare dopo alcuni accertamenti mentre le foto sono state cancellate.

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