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siracusa-guardia-costieradi Antonio Ingroia - 17 agosto 2013
Avrei voluto stringere la mano e ringraziare ognuno dei bagnanti che ieri, su una spiaggia vicino Capo Passero, in provincia di Siracusa, hanno fatto una gara di solidarietà per rifocillare 159 migranti portati a riva dalla guardia costiera e prelevati da un barcone che si era incagliato a una cinquantina di metri dalla riva. Sono sicuro che tra quei bagnanti non tutti fossero siciliani. Ed è probabile che vi fosse anche qualcuno che ha applaudito quando, qualche anno fa, la Lega riuscì a imporre, senza grossa fatica mi pare di ricordare, al governo presieduto da Berlusconi una legge sui respingimenti poi bocciata dall’Unione europea ma che ha probabilmente ha provocato secondo fonti non governative centinaia di morti.

Sono certo che chi ha visto coi propri occhi la disperazione dei 159 migranti che venivano portati in spiaggia non abbia avuto alcun tipo di risentimento per quelle persone ma abbia provato pietà e un senso forte di solidarietà. In tanti hanno acquistato bevande e cibo per rifocillare i bambini, le donne (una incinta), gli anziani. Insomma, una storia che ci dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, quanto gli italiani siano migliori della classe politica che li governa e che scrive leggi razziste (e stupide) come quella sui respingimenti o come la Bossi-Fini.
A Catania, qualche giorno fa, le cose non sono andate nello stesso modo. A parte le sei vittime, il lavoro della guardia costiera è stato come al solito eccellente, ma poi i profughi siriani che non sono riusciti a scappare sono stati chiusi in una scuola e, come è accaduto e accade spesso nei Cie, sono stati lasciati soli e senza assistenza, almeno a sentire le denunce delle ong che da giorni stanno aiutando i migranti.
Gli sbarchi si susseguono tutti i giorni e trovare una quadra non è facile. So bene che non siamo il Paese di Bengodi e che l’accoglienza di migranti va regolamentata, so bene che con la crisi ci sono rischi di aumento della criminalità (tra stranieri come tra italiani), ma anche in questo campo va operata una rivoluzione culturale. Il discorso è lungo e complesso. Mi limito a qualche breve riflessione. Innanzi tutto non si può considerare il problema dell’immigrazione solo come un fenomeno da reprimere. Il reato di clandestinità, tanto per capirci, è un’aberrazione giuridica. Per questo vanno innescate una serie di politiche che vanno dall’integrazione all’accoglienza, accompagnate da accordi con i Paesi di maggiore flusso migratorio. Poi non va dimenticato che l’arrivo dei clandestini via mare rappresenta solo una percentuale minima del flusso. Per questo è necessario che l’Unione europea sia il principale motore di regolamentazione legislativa. Va inoltre modificata la norma sull’asilo politico, sancito dalla nostra Costituzione. Non è normale che nel 2009 la Germania abbia concesso lo status di rifugiato a 580.000 e l’Italia 47.000 (fonte Unhcr).
Ma per prima va cancellata la Bossi-Fini che ci fa apparire, agli occhi del mondo, il paese razzista che non siamo, come dimostrano le vicende di Siracusa e Catania. Infine, vorrei dire una parolina al ministro Alfano che ieri in conferenza stampa ha dichiarato che il governo sa operare dovere di accoglienza e sicurezza per i cittadini. Non so Alfano come tratti gli ospiti a casa sua. Io i miei non li lascio come sono stati lasciati i migranti di Catania.

Tratto da: azionecivile.net

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