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grasso-pietro-web4“Così rischiano i processi per mafia”
di Aaron Pettinari - 24 luglio 2013
Fa discutere il nuovo 416-ter, lo scambio elettorale politico-mafioso, il cui voto è previsto oggi nella commissione Giustizia del Senato per la sua approvazione definitiva. Già passato alla Camera una settimana fa grazie al compromesso tra Pdl, Pd e Scelta civica, oggi il testo potrebbe essere immediatamente convertito in legge. Ma sul suo contenuto si stanno abbattendo da giorni numerose critiche. "Chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal terzo comma dell'articolo 416-bis in cambio dell'erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da 4 a 10 anni. La stessa pena si applica a chi procaccia voti con le modalità indicate dal primo comma" recita il testo.
La riforma della norma è attesa dal 1992 ma anziché rafforzare il 416-ter la nuova norma rischia seriamente di mettere ancora più in difficoltà i giudici antimafia e al tempo stesso si metterebbero in crisi numerosi processi in corso come quello su Cosentino, Ferraro e Fabozzi.
E oggi il quotidiano La Repubblica ha messo in evidenza la protesta dei pm. Tra questi l’ex pm Felice Casson, la giornalista anti-camorra Rosaria Capacchione e l’ex pm Raffaele Cantone che sul Mattino ha scritto sul blog un intervento al vetriolo.

Nulla da dire sulla modifica apportata sulla promessa in cambio dei voti. Il vecchio testo punisce con 7-12 anni chi da un'associazione mafiosa “ottiene la promessa di voti in cambio della erogazione di denaro”. Con il nuovo viene aggiunto “in cambio dell'erogazione di denaro o altra utilità”. Un passo importante se si pensa che gli anni d'indagine hanno dimostrato che in cambio dei voti, più che il denaro, vengono promessi appalti, finanziamenti pubblici e posti di lavoro.
Anche se con il termine “altre utilità” si tace sulla promessa del politico di fornirle ai clan, e aggancia la punibilità solo alla loro “erogazione”.
A scatenare le maggiori preoccupazioni sono le parole “consapevolmente” e “procacciamento”.
La prima comporta che l’inchiesta giudiziaria debba dimostrare l’effettiva “consapevolezza” dello scambio anche se resta davvero da capire come si possano accettare “inconsapevolmente” i voti dei mafiosi.
La parola “procacciamento” invece sostituisce l’originaria “promessa” che rendeva assai meglio il momento iniziale dello scambio e il riferimento alle modalità del 416-bis comporta un’azione violenta, con specifici atti di intimidazione e assoggettamento mafiosi, non bastando la riconducibilità alla cosca dell'indicazione di sostegno elettorale comprato. Azioni che potrebbero anche non esserci. Inoltre resta discutibile la pena con i dieci anni che hanno sostituito i 12, ponendo il rischio che nei processi in corso i difensori legali arrivino a chiedere la riqualificazione del reato con un ricasco negativo sulla prescrizione e arrivando anche ad ammorbidire le pene per lo scambio elettorale politico mafioso.
L'allarme non sembrerebbe essere condiviso dal presidente del Senato Pietro Grasso (foto), che ha dato il via libera al voto senza passare per l’aula, e da Davide Mattiello (Pd), ex coordinatore del gruppo antimafia Libera. A loro avviso l'intervento per cambiare il vecchio testo resta comunque importante anche perché da quando è stato varato il voto di scambio non ha mai funzionato per davvero (15 sentenze in tutto rispetto alle 862 per associazione mafiosa ndr). Tuttavia Grasso, ex prrocuratore nazionale antimafia, oggi in aula è intervenuto prendendo le distanze. ”Quando concessi la seduta deliberante lo feci solo per facilitare l’iter, a prescindere dal merito del provvedimento”, ha chiarito durante la cerimonia del Ventaglio. “Io volevo si inserisse solo nella legge il termine ‘altre utilità’” oltre all’accaparramento di consensi con il denaro sonante. Che era esattamente la semplice richiesta di Libera e di molti magistrati antimafia, evidentemente non ricevibile da parte di alcuni settori del Parlamento".



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