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manif-falcone-230513di AMDuemila - 23 maggio 2013
Questa mattina sono arrivate al porto di Palermo le Navi della legalità, ribattezzate simbolicamente 'Giovanni' e 'Paolo' con le gigantografie dei giudici uccisi 21 anni fa dalle bombe di Cosa nostra, per ricordare il XXI anniversario delle stragi di Capaci e via D'Amelio. A bordo delle navi presenti circa tremila studenti, che sono partiti ieri da Napoli e Civitavecchia.
Oltre a Maria Falcone e alle istituzioni, ci sono centinaia di studenti di Palermo e della Sicilia che accolgono le navi dei manifestanti. Hanno addosso le magliette con su scritto 'Le nuove rotte dell'impegno', in mano tanti palloncini, bandiere con il tricolore. Decine gli striscioni sono stati preparati dai giovani con tanti slogan antimafia: "la libertà non ha pizzo", "mafiosi voi come arma avete il terrore, noi il coraggio come Falcone e Borsellino", "l'antidoto della mafia è la memoria", "insieme liberiamoci dalle catene di tutte le mafie", "le loro idee camminano sulle nostre game e ora tocca a noi". "Uno splendido esercito di legalità", dice Maria Falcone.
Parlando dal palco allestito al porto di Palermo Grasso ha raccontato che "al momento di partire stavamo per abbandonare l'idea ma abbiamo deciso che le sfide vanno affrontate e abbiamo vinto questa sfida. Così, nonostante il mare mosso, siamo riusciti ad arrivare. E' la prima volta come presidente del Senato, ma l'emozione è sempre la stessa. Vedere tanti giovani qua è una grande emozione". "Sarebbe stata una giornata molto diversa senza questa accoglienza e l'unione di tutta di tutta l'Italia qui - ha concluso -. E' un bellissimo giorno, la Sicilia è sempre accogliente con tutti quelli che vengono in questa terra".

Alla cerimonia di saluto ha partecipato anche il fondatore dell'associazione Libera don Luigi Ciotti che ha ribadito come "il miglior modo per ricordare Giovanni e Paolo è quello di impegnarsi di più tutti perché la speranza deve portare il nostro nome". Il sacerdote ha inoltre lanciato un appello ai giovani affinchè si impegnino tutti in prima persona perché "nella vita bisogna fare delle scelte", portandole avanti con impegno e serietà. Sottolineando l'importanza del ruolo che riveste la scuola, ha quindi invitato a togliere la congiunzione tra le parole 'conoscenza e responsabilità', trasformandola in un verbo perché "conoscenza è responsabilità".
Presente alla manifestazione anche il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari che ha riaperto le indagini sulle stragi di Falcone e Paolo Borsellino: ''Questo è un anno di bilanci nelle indagini sulle stragi del '92. Abbiamo arrestato 8 persone coinvolte nell'eccidio di Capaci dimostrando che lo Stato non ha dimenticato. E questo è un segnale importante''.
La commemorazione prosegue poi con gli interventi nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo moderati dal conduttore televisivo Fabio Fazio. Dichiara commossa Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso: "Il 23 maggio non è una vuota passerella, ma il momento conclusivo di un percorso educativo lungo un anno. Per noi è un obbligo dare risposte a questi ragazzi e creare in loro l'amore per lo Stato e la voglia di difenderlo". Maria Falcone tiene a precisare di avere ''sempre avuto fiducia nei magistrati'', essendo però consapevole di quanto sia importante avere riscontri giudiziari nelle indagini e che quindi i giudici non possono cercare un'astratta verità. ''Io spero - ha poi continuato - che presto ci sia qualcuno che ci dica tutta la verità. Anche Toto Riina, chissà...''. E ancora "La mafia non si vince solo con la repressione, che deve essere forte e costante, ma anche con il cambiamento della società, che deve essere improntata ai valori per i tanti servitori dello Stato che hanno perso la vita: giustizia, legalità e libertà". La sorella del giudice antimafia ha inoltre ricordato la vedova del giudice Paolo Borsellino, Agnese, morta recentemente. "Siamo qui per ricordare due date tremende per la storia del nostro Paese: il 23 maggio e il 19 luglio. In quelle stragi persero la vita 11 servitori dello Stato. La Fondazione ha cercato di mantenere viva la memoria andando nelle scuole e parlando ai giovani, consegnando loro una memoria, che così non andrà persa".
Alfredo Morvillo, cognato di Giovanni Falcone e magistrato, arrivando all'aula bunker ha detto: "La politica ha in mano la possibilità di dare la svolta decisiva alla lotta alla mafia. La società civile comincia a rispondere, il momento repressivo funziona in maniera eccezionale. Ci sono tanti aspetti importanti e positivi che hanno dato colpi seri alla criminalità organizzata. Ora la 'botta finale' dovrebbe arrivare dalla politica che dovrebbe lanciare un messaggio forte di chiusura a Cosa nostra".
A latere del convegno il sindaco Leoluca Orlando ha dichiarato: "C'è ancora tanto da fare se è vero che ancora c'è un Parlamento che si permette di proporre sconti ai mafiosi e ci sono troppi politici e uomini delle istituzioni che chiudono gli occhi davanti a un mafioso – ha poi concluso il sindaco - Non sono solo distratti osservatori ma anche complici morali".
All'aula bunker dell'Ucciardone, oltre ai ministri della Giustizia, dell’Istruzione, delle Politiche agricole, insieme ai vertici di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza è presente anche il Presidente del Senato Piero Grasso. "Spero che anche la politica possa dare un contributo, per quello che può, attraverso delle commissioni come ci sono sempre state per esempio l'Antimafia per dare un contributo anche ai magistrati e completare il quadro attraverso audizioni che possano essere utili". Sul palco è intervenuto anche lo scrittore Roberto Saviano. “Non esiste paese al mondo – ha detto l’autore di Gomorra – che se decide di affrontare il fenomeno mafioso non passi dalla giurisprudenza italiana. Importante il contributo fornito agli ordinamenti giudiziari di tutto il mondo. Per me stare è essere nel posto dove tutto è iniziato grazie al lavoro, in particolare di Falcone e Borsellino”. “Quella di oggi - ha detto lo scrittore rispondendo alla domanda di una giovane scolara che gli chiedeva se Paolo Borsellino e Giovanni Falcone sarebbero contenti di quel che è stato fatto dopo di loro contro la mafia - è un'Italia molto diversa, sono stati ottenuti risultati incredibili, spesso impensabili. Credo che, leggendo quello che hanno detto in passato Falcone e Borsellino, ora loro la battaglia alla mafia la vorrebbero europea”.
Un lungo applauso ha concluso la prima parte della giornata. L’appuntamento ora è all’Albero Falcone in via Notarbartolo dove due cortei si congiungeranno per unirsi nel minuto di silenzio delle 17:58, l’ora della strage.

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