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maggiani-chelli-giovanna-web2di Giovanna Maggiani Chelli* - 24 febbraio 2013
“Da noi la magistratura è una mafia peggio della mafia siciliana”, esternata nelle ore che precedono le elezioni politiche, è una espressione che necessiterebbe delle dovute scuse da parte di un uomo che è stato Presidente del Consiglio.
Scuse non solo alla Magistratura ma a tutti gli italiani.
Ci corre l’obbligo d’ intervenire, perché in questi 20 anni coloro che hanno pagato il prezzo più alto a causa di un sistema mafioso siamo stati noi, quelli che il 27 Maggio 1993 hanno perso gli affetti più cari in via del Gergofili a Firenze sotto 277 chili di tritolo stragista ed eversivo.
Siamo anche coloro però che hanno visto dal 12 giugno 1996 in avanti la Magistratura combattere contro la mafia “cosa nostra” siciliana con tutti gli strumenti possibili per condannarla all’ergastolo per crimini senza precedenti che hanno messo in discussione per 20 anni la democrazia stessa dell’Italia.

Se è pur vero che sono passati 20 anni e ancora non si sono portati in Tribunale i “concorrenti esterni alla mafia“ per quelle stragi terribili del 1993, nessuno può permettersi di dimenticare cosa è successo dal 14 Maggio 1993 a 14 Aprile 1994 in questo Paese, nessuno deve permettersi di dire che “cosa nostra“ siciliana sia meglio di qualunque altro soggetto, perché nulla è peggio di “cosa nostra” e nulla è meglio della Magistratura che combatte “cosa nostra”.

* Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

ANTIMAFIADuemila
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