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ingroia-di-matteo-c-barbagallodi AMDuemila - 21 gennaio 2013
Sabato 19 gennaio si è tenuta a Torino la conferenza “Stato-mafia vent'anni di trattativa” coordinata dal Movimento delle Agende Rosse torinese. Il dibattito è stato organizzato per ricordare il giudice Paolo Borsellino, che in questo giorno avrebbe compiuto 73 anni.

Tra gli altri relatori (Salvatore Borsellino, l'europarlamentare Sonia Alfano e i giornalisti Umberto Lucentini mentre non era presente Saverio Lodato in quanto candidato per Rivoluzione Civile) ha presenziato il Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo Antonino Di Matteo che ad oggi si occupa del processo sulla trattativa Stato-mafia, un processo particolarmente sofferto perchè “non c'è mai un indagine o un processo più difficile per un inquirente di quello nei confronti di altri esponenti delle Istituzioni: sono i più difficili e gravosi dal punto di vista della coscienza. Nessuno prova piacere, da uomo dello Stato quale io mi sento, a processare altrui uomini dello Stato, però ritengo che uno Stato che vuole essere credibile e degno di rappresentare la collettività dei cittadini non debba avere paura nemmeno di processare se stesso”. Di Matteo si è poi detto dispiaciuto per aver colto nella società, a causa delle recenti vicende politiche un senso di sfiducia, in quanto “non ce ne sono i presupposti, anzi: io credo che tutte le persone di buona volontà e di coraggio, dovunque si trovano a svolgere la loro opera lo devono fare con più forza di prima” e soprattutto “non pensate mai, non cedete mai alla tentazione di pensare anche per un solo momento che la vostra passione civile sia inutile o sia tradita. Per favore non lo pensate mai.”
Il magistrato ha poi proseguito il suo intervento parlando dell'ex collega Antonio Ingroia, e della sua onestà intellettuale in cui ripone la più completa fiducia: “Io conosco Antonio Ingroia. Ho vissuto anni di lavoro con lui, ne conosco il valore. Io sono certo che Antonio Ingroia riuscirà a portare anche nell'attività politica questi valori. Mi sentivo di dirlo, non ho mai parlato della vicenda di Antonio Ingroia se non con pochi amici come Salvatore Borsellino. Io ho sperato fino all'ultimo che Antonio Ingroia restasse in Magistratura e non andasse in Guatemala. Che restasse a fare i processi con me. Ma io rispetto le sue scelte. Antonio Ingroia ha rappresentato un importante punto di riferimento ed un importante esempio di magistrato dalla schiena dritta.”

Foto © Giorgio Barbagallo

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