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tribunale-palermo-grandedi AMDuemila - 4 dicembre 2012
Il procedimento per la trattativa Stato-mafia rimane a Palermo. Lo ha deciso il Gup Piergiorgio Morosini che ha rigettato stamattina tutte le eccezioni di incompetenza presentata dalla difesa.

 Nell’aula della Corte di Assise del capoluogo siciliano, il Gup ha letto l’ordinanza con la quale ha rigettato tutte le eccezioni di incompetenza territoriale presentate dai difensori di 10 dei 12 imputati. In particolare, per quanto riguarda gli ex ministri democristiani Calogero Mannino e Nicola Mancino, il Gup ha stabilito la competenza del giudice ordinario di Palermo. I legali dei due imputati avevano invece proposto la competenza del foro di Roma, o del Tribunale dei ministri, della Capitale o dello stesso capoluogo siciliano. Il Gup ha però ritenuto che nessuno dei due sia accusato di avere commesso il reato con riferimento alle funzioni ministeriali: Mannino e Mancino non erano membri del governo all’epoca dei fatti contestati. Peraltro, Mancino, ex ministro dell’Interno, risponde solo di falsa testimonianza, reato che secondo la Procura sarebbe stato commesso il 25 febbraio scorso a Palermo. Più in generale, secondo il Gup, "Il giudice competente" per il procedimento per la cosiddetta trattativa tra lo Stato e la mafia per fermare le stragi mafiose dopo il '92 "va identificato nel giudice di Palermo, in considerazione del fatto che il 'primo anello della catena' delle minacce, esplicitamente secondo l'accusa, si sarebbe perpetrato attraverso la commissione dell'omicidio di danni di Salvo Lima, a Palermo il 12 marzo 1992". Il procedimento si svolgerà dunque a Palermo, così come aveva chiesto la Procura.

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