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ingroia-antonio-web16di AMDuemila - 2 novembre 2012
I mafiosi non hanno votato alle Regionali del 2012. Il dato, alquanto significativo, è stato reso noto da un'analisi pubblicata dal settimanale l'Espresso sui detenuti delle carceri siciliane che in altre tornate elettorali erano andati in massa alle urne per sostenere il candidato preferito da Cosa Nostra.

Il giornalista Lirio Abbate spiega come “La mafia si è astenuta dal voto in questa tornata elettorale per eleggere il nuovo governatore e rinnovare il parlamento siciliano. Non sappiamo cosa possano aver fatto i mafiosi a piede libero. Possiamo però affermare con certezza che i boss detenuti hanno preferito non votare. E di solito i mafiosi detenuti fanno ciò che viene indicato da quelli ancora liberi. Su 7.050 detenuti hanno votato solo in 46: ma si tratta di carcerati comuni e non di mafia”, scrive il settimanale oggi in edicola. E al carcere di Pagliarelli a Palermo, “dove si trovano rinchiusi i mafiosi, su 1.300 detenuti solo uno si è presentato al seggio elettorale. Stesso identico atteggiamento a Catania, Agrigento e Caltanissetta”. Per Antonio Ingroia, procuratore aggiunto a Palermo, è evidente che "la mafia non ha investito in nessun candidato che ha vinto. C'è un'astensione molto alta ed è probabile che la mafia abbia preferito in questo momento stare alla finestra in attesa di vedere se riesce a stringere nuovi patti". Il procuratore aggiunto, intervistato dal Tgr Sicilia ha poi confermato il prossimo trasferimento in Gutemala, dove ha accettato l'incarico Onu. “Sono quasi sulla scaletta dell'aereo ed ora  sono occupato negli ultimi provvedimenti. - ha detto il pm - Lavorerò fino all'ultimo minuto e lunedì penso che chiuderò i battenti di un'esperienza giudiziaria importante che ha impegnato vent'anni della mia vita professionale. Nessun ripensamento, perché la parte più importante e significativa della mia ultima attività professionale l'ho chiusa con l'indagine sulla trattativa Stato-mafia. E' iniziato il processo, ho partecipato alla prima udienza. L'ultimo atto è il deposito della memoria, la summa di questa indagine. Si va in Guatemala per un impegno internazionale importante che ritengo in continuità con il mio impegno in Italia. Solo un arrivederci, non certo un addio".

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