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severino-paola-webdi Aaron Pettinari - 12 giugno 2012
Il governo porrà per tre volte la fiducia sui tre punti ritenuti "chiave" del provvedimento anti-corruzione: la prima domani alle 12, la seconda alle 15 e la terza alle 18, con il voto finale atteso per giovedì pomeriggio. mentre tutto il resto del provvedimento percorrerà la normale procedura.

E' questa la decisione del ministro della Giustizia Paola Severino dopo le tante discussioni di questi giorni in merito al maxi emendamento che ha dovuto subire modifiche in quanto osteggiato in primis dal Pdl. Fra i nodi sono da annoverare l'articolo 7 e l'articolo 13 del ddl. Il primo prevede l'impossibilita' di fare contratti con la Pubblica Amministrazione per chi e' condannato per reati contro la Pubblica Amministrazione, come la concussione o la corruzione. Il secondo include l'aumento, voluto dal Pd, delle pene, nel minimo e nel massimo, per la corruzione. Quando ancora si pensava ad un maxiemendamento del governo, ai partiti di maggioranza sarebbe stato presentato, in un primo tempo, un testo - stampato e con le modifiche in neretto - nel quale veniva incluso non solo l'articolo 7 del ddl, ma soprattutto, con esso, una modifica il cui contenuto e' riconducibile a un emendamento a prima firma Ferranti, non ancora votato in commissione. Il testo aggiungeva il divieto di contratti con la Pubblica amministrazione a per chi e' condannato per induzione indebita a dare o promettere utilita', secondo quanto prevede il nuovo articolo 319 quater, da introdurre nel codice su richiesta del ministro Severino.
Davanti alla protesta del Pdl per l'emendamento non votato dalla commissione, la risposta del ministro Giarda, viene riferito, non si sarebbe fatta attendere: se non e' stato votato non lo inseriamo nel testo, avrebbe in sostanza osservato, cancellandolo con un tratto di penna. Si sarebbe quindi posta la questione della possibile modifica dell'articolo 13 con un ritorno, nel possibile maximemendamento del governo, alla previsione delle pene stabilite dalla Severino (3-7 anni) per la corruzione.
Ma su questo il Pd avrebbe sbarrato la strada con il capogruppo Franceschini: nessuna modifica, la fiducia va posta sul testo uscito dalla commissione, ha detto. Ma questo, secondo gli uffici della Camera, non sarebbe possibile visto che il testo, per giustificare il ricorso al maxi emendamento, dovrebbe contenere sostanziali modifiche e non semplici coordinamenti formali. Si è arrivati così alla decisione di chiedere tre voti di fiducia sui tre articoli clou del testo (art. 10-13-14, cioè la parte penale del ddl) e di continuare con il voto normale su tutto il resto. "Il provvedimento sulla corruzione ha avuto una lunga fase di dialogo nelle commissioni riunite - ha detto la Severino -  C'e' stato un dibattito molto ampio e credo occorra avere memoria lunga sulla serie di tavoli che sono stati aperti sul provvedimento". Il "rispetto per il Parlamento c'e' stato tutto e finche' e' stato possibile andare avanti con il dialogo, senza che ci fossero nette contrapposizioni politiche, ho cercato di farlo" ha proseguito il Guardasigilli. La fiducia e' arrivata come "unico strumento per portare avanti il provvedimento che tutti giudicano importante. Un mezzo anche costruttivo".

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