di Sonia Alfano e Adriano Varrica - 5 giugno 2012
Il 25 ottobre 2011 il Parlamento Europeo ha approvato a larghissima maggioranza la risoluzione sul crimine organizzato nell’Unione Europea (relatrice Sonia Alfano). Alla luce del Trattato di Lisbona e col Parlamento Europeo nel nuovo ruolo di legislatore in ambito “Giustizia e Affari Interni”, la risoluzione assume unrilevante significato politico e traccia un chiaro piano di azione per un contrasto al crimine organizzato e alle mafie a livello UE. Per la prima volta nella storia istituzionale europea si fa riferimento ai sistemi criminali mafiosi in un testo ufficiale, a testimonianza di un’acquisita consapevolezza politica della necessità di adeguate forme di contrasto.
La risoluzione, frutto di un lavoro parlamentare di un anno, è espressione dei contributi di numerosi magistrati, studiosi ed esperti che hanno messo a disposizione la loro esperienza per l’elaborazione di un testo che, a detta del Procuratore Roberto Scarpinato, “potrebbe segnare una svolta storica, rappresentando un pilastro per la costruzione di un diritto penale europeo”. Confisca e riutilizzo a scopi sociali dei patrimoni criminali, riconoscimento del reato di associazione mafiosa nei 27 Stati membri, norme sul controllo e la trasparenza dei fondi pubblici, contrasto al riciclaggio di denaro, incandidabilità dei condannati per reati gravi, istituzione di una commissione parlamentare antimafia: queste alcune misure proposte nella risoluzione. La vera sfida è adesso rappresentata dall’attuazione tempestiva di tali raccomandazioni a livello legislativo e operativo.
Il volume* raccoglie in modo ragionato alcuni contributi che hanno permesso di elaborare la risoluzione del Parlamento Europeo sulla criminalità organizzata e traccia il racconto dall’interno delle istituzioni dell’iter parlamentare di creazione, discussione e approvazione della stessa.
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