di Lara Borsoi - 23 aprile 2012
I ladri hanno restituito la targa d'oro rubata dalla tomba di Don Peppe Diana. A ritrovarla, ieri mattina verso le 7 il custode del cimitero. Il medaglione si trovava vicino al cancello dell'ingresso pedonale e questo, secondo gli inquirenti, fa pensare che sia stato lanciato dall'esterno nella notte tra sabato e domenica.
Forse si sono sentiti braccati, forse hanno avuto paura. Al momento non si conoscono gli esecutori di questo vile atto ma, se non altro i familiari del parroco che proclamava e faceva anti-camorra, ora si sentono più tranquilli. Emilio Diana fratello del sacerdote, molto più sereno ha dichiarato: “il rinvenimento di questa mattina probabilmente esclude il nesso con il furto del calice e delle pissidi con le ostie consacrate avvenuto sempre giovedì nella parrocchia di San Nicola di Bari dove mio fratello esercitava il suo ministero. Un eventuale collegamento sarebbe stato preoccupante.”
Quindi una coincidenza strana tra il furto avvenuto nella cappella dove riposa Padre Diana e quello nella Basilica San Nicola. Fatto sta che la risposta della società civile ha dimostrato chiaramente come il tema della lotta alla camorra sia molto sentito e partecipato.
Anche il vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo, attraverso una lettera ha denunciato i fatti degli ultimi giorni, come: “Due azioni criminose che offendono la fede e il vivere civile di tutto il nostro popolo. La Chiesa aversana, non accetta, qualunque esso possa essere, il senso di queste azioni e sente come offesa gravissima alla verità e alla giustizia delle cose anche il tentare di mercanteggiare ciò che appartiene solo alla celebrazione del culto verso Dio, alla comunione dell´umanità con la misericordia del Signore, e ciò che è espressione di libertà nella memoria dei fratelli defunti.”
Ieri, nel frattempo, è stata posta una copia del “Follaro d'oro” come promesso da Don Ciotti e il procuratore aggiunto antimafia Federico Cafiero de Raho ha dichiarato: “Don Diana è stato l´unico negli anni ´90 a parlare chiaramente contro la camorra. Era un uomo di grande coraggio che non ha taciuto di fronte al dilagare della violenza delle organizzazioni criminali. Ed è stato ucciso per questo.”
In foto: La tomba di don Giuseppe Diana a Casal di Principe