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di AMDuemila
Le vittime erano dei commercianti che erano costretti a versare mensilmente somme di denaro o cedere prodotti della propria attività

Chiedevano soldi in cambio di protezione. E per convincere le vittime a pagare senza denunciare, arrivavano a minacciarli. Intimidazioni che hanno per lo più colpito imprenditori del settore della ristorazione della autodemolizione di Foggia. Questa mattina gli agenti della squadra mobile hanno arrestato otto persone, considerate elementi di spicco della mala locale - la cosiddetta società foggiana - e inserite nella batteria del gruppo criminale Sinesi-Francavilla. Si tratta di Mario Clemente di 39 anni, Antonio Riccardo Augusto Frascolla di 29 anni, Gioacchino Frascolla di 34 anni, Adelio Pio Nardella di 23 anni, Benito Palumbo di 32 anni, Raffaele Palumbo di 35 anni, Sergio Ragno di 42 anni e Ciro Stanchi di 46 anni. Tutti sono di Foggia e per tutti l'accusa è estorsione aggravata, acquisto e detenzione di materiale esplodente. Uno degli imprenditori vittima degli arrestati, dopo la minaccia di pesanti ripercussioni per sé e la sua famiglia, avrebbe versato fin dal 2014 la somma di 300 euro mensili. Nonostante si trattasse di somme troppo onerose per la vittima, tuttavia quest'ultima si sarebbe piegata alla volontà degli estorsori, accantonando le quote necessarie. Gli arrestati avrebbero agito senza alcuna precauzione nei confronti di persone che li conoscevano e che avrebbero potuto rivelare alle Forze dell'Ordine la richiesta formulata, avanzando la pretesa estorsiva in modo del tutto manifesto anche in pieno giorno e mostrando un senso di sicurezza e di impunità, tipiche espressioni dell'agire mafioso. Spesso gli aguzzini avanzavano le loro pretese con la evocazione subdola e sfumata della ''necessità del pagamento" per ragioni di salvaguardia della incolumità delle stesse vittime. Per rompere la resistenza delle vittime, non si sarebbero fatti scrupolo di utilizzare ordigni esplosivi per danneggiare le attività imprenditoriali e vincere eventuali resistenze. Dagli investigatori è stato accertato che Gioacchino Frascolla, l'11 marzo scorso, avrebbe chiesto alle vittime il pagamento di ulteriori e più consistenti somme di denaro in ragione della necessità di pagare le spese ai legali degli associati detenuti, avvalendosi della appartenenza ad una costola della cosca e minacciando il titolare di dare alle fiamme la sua azienda in caso di rifiuto. L'indagine, caratterizzata da attività tecniche, servizi di osservazione e pedinamento da parte della Squadra Mobile di Foggia, sezione criminalità organizzata, hanno accertato che l’attività estorsiva si svolgeva anche nei confronti del titolare di due bar della città. Questi, nel mese di febbraio scorso, sarebbe stato costretto ad incontrare Gioacchino Frascolla e Mario Clemente, ritenuti elementi di spicco della cosca mafiosa, che gli avrebbero ordinato di pagare 50.000 euro; minacciando, in caso di rifiuto, pesanti ripercussioni per lui e le sue attività commerciali. Precisamente il 25 febbraio scorso, la vittima ha consegnato 8.000 euro in contanti a Adelio Pio Nardella e il giorno seguente numerose stecche di sigarette, per un valore commerciale di 7.000 euro, cui seguiva, nei giorni successivi, il pagamento di un'ulteriore tranche di 7.000 euro consegnata a Benito Palumbo.
Durante la conferenza stampa dell’operazione, il questore di Foggia Mauro Della Cioppa ha spiegato che con l’operazione odierna “la Polizia di Stato ha inferto un ennesimo durissimo colpo alle consorterie mafiose di Foggia, di fatto completando l'attività di repressione iniziata lo scorso anno e culminata nell'operazione denominata 'DecimAzione', sul finire di Novembre del 2019, allorquando furono decapitate le Batterie dominanti della cosiddetta 'Società Foggiana', arrestando vertici e sodali delle stesse’”. E poi ha aggiunto: “'Questa volta è stato il turno di una batteria emergente, facente capo ai fratelli Frascolla, che stava tentando di imporre una nuova stagione di estorsioni, avvalendosi del vincolo di appartenenza al Gruppo Mafioso dei ''Sinesi'', di cui facevano parte, approfittando del ''vuoto'' lasciato dalle batterie predominanti, rese inermi dallo Stato nei mesi scorsi. Non ci sono riusciti perché lo Stato è vigile su questo territorio, proseguirà l'opera di totale pulizia da criminali per restituire libertà e sicurezza alla collettività di questa provincia”. “Un ringraziamento particolare - ha concluso il questore - va fatto non solo alla Squadra Mobile del dottor Tafaro e, prima di lui, del dottor Pititto, che hanno lavorato in maniera altamente professionale ma anche alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ed al Procuratore Volpe che hanno dimostrato, anche in questa occasione, l'assoluta attenzione alla provincia di Foggia. Noi siamo sicuri che queste operazioni che concretamente riscontrano l'impegno delle Forze di Polizia e della Magistratura su questo territorio, siano volano perché tutta la società civile si faccia sempre più parte attiva nella lotta e nel contrasto di ogni forma di criminalità''. Gli investigatori hanno invitato a chi è vittima di estorsioni mafiosi è di non avere paura, denunciare e a non piegarsi alla mentalità mafiosa.

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