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di Antonio Nicola Pezzuto

La Direzione Investigativa Antimafia di Lecce confisca beni per 1.200.000 euro.
Nel mirino degli investigatori il patrimonio di Carmine Monteforte, 55 anni, di Uggiano La Chiesa. L’uomo è un noto pregiudicato salentino con varie condanne a suo carico per emissione di assegni a vuoto, truffa in concorso e tentata estorsione, acquisto e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, costituzione, direzione o finanziamento di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Per questi reati, consumatisi tra il 1995 e il 1996, nel 2001, la Corte di Appello di Milano lo aveva condannato, nell’ambito di due procedimenti penali sfociati in due distinte sentenze, a 19 e a 12 anni di reclusione. Lo stesso organo giudicante lo riteneva colpevole di bancarotta fraudolenta.
Il 31 maggio 2006, il Procuratore Generale della Repubblica di Lecce emetteva un provvedimento di cumulo pene condannandolo a circa 25 anni di reclusione.


Il Monteforte veniva anche raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa in data 19 febbraio 2014 ed eseguita dalle Forze di Polizia il successivo 4 marzo. L’importante operazione, denominata “Froth”, aveva portato all’arresto di 29 esponenti di un’organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo riusciva a sfuggire al blitz per poi costituirsi dopo molte ore. Nonostante avesse beneficiato degli arresti domiciliari, riusciva ad evadere e per questo veniva nuovamente condotto presso la Casa Circondariale di Lecce.
Le certosine indagini economico-patrimoniali svolte dalla Sezione Operativa della DIA di Lecce hanno evidenziato, nell’arco temporale compreso tra il 1994 e il 2013, una netta sproporzione tra i redditi complessivamente dichiarati dalla famiglia Monteforte e il patrimonio a lui riconducibile ma intestato ai due figli, a due società immobiliari e ad altre attività economiche.
Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Lecce su proposta della Direzione Investigativa Antimafia.
Diventano proprietà dello Stato 12 immobili (nello specifico 3 appartamenti, 3 depositi, una villa, un posto auto, un garage, un fabbricato in muratura a secco e due terreni), 4 aziende (più precisamente 3 interi compendi aziendali e un bar), un veicolo aziendale, l’intero capitale sociale di una società di capitali e un conto corrente aziendale.
Con lo stesso provvedimento il Tribunale di Lecce ha disposto la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per tre anni.

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