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borsellino paolo c shobha 2Lo speciale nel nuovo numero di Antimafia Duemila
Dall'esclusiva riflessione sulla “deontologia del magistrato” alle lettere amare dell'“l’estate dei veleni” nel 1988. E poi gli appunti preparati per qualche conferenza, il dolore per la morte di Falcone tre giorni dopo la strage, su alcuni fogli di block-notes. Questo e molto altro nel dossier “Parole di verità: speciale Paolo Borsellino”, cuore nel nuovo numero di Antimafia Duemila dedicato al venticinquesimo anniversario delle stragi di Capaci e via d'Amelio. Riflessioni, appunti e carteggi, accompagnati da copia dei manoscritti e molti dei quali completamente inediti. C'è la profonda analisi sull'indipendenza del magistrato, rinvenuta, scrive Borsellino “nel suo carattere, nella sua dignità, nel suo coraggio che devono servire a respingere qualsiasi tentativo condizionante”. Ma anche le lettere a lui inviate da Carlo Alberto dalla Chiesa e Giovanni Falcone; i carteggi densi di amaro isolamento in quell'estate dell'88, dalla relazione di Borsellino all'ispettore Rovello, agli appunti d'intervento a Magistratura Indipendente: “Ho già pagato e fatto pagare alla mia famiglia così alto prezzo, che non mi spaventa affatto pagarne altro ancor più salato e decisivo”. Andando poi indietro nel tempo, quando un Paolo Borsellino adolescente scriveva sul giornale del liceo “Meli”, di cui era direttore responsabile. Nel mezzo, tutta la profondità morale di un magistrato, ma anche di un uomo, che sogna una “crescita culturale” capace di battere la mafia e ripone le sue speranze nei giovani studenti, a cui volentieri parla quando invitato nelle scuole. Un tessuto poliedrico di parole e storie che collega passato e presente, memoria e impegno.

Tra gli altri inediti:

Appunti per la presentazione di “Dieci anni di mafia” di Saverio Lodato
Una riflessione sugli ultimi dieci anni di contrasto a Cosa nostra

Appunti di convegno “La violenza dei minori e sui minori
Spunti e proposte per tutelare a scuola i più giovani dal consumo di droghe

Appunti per intervento sul libro “I miei giorni della Camorra” di Domenico Santacroce
Analisi dei legami tra Cosa nostra e Camorra

Mafia e il potere: negli enti locali la prima casa
I rapporti a doppio filo tra le famiglie mafiose e le amministrazioni del territorio

Appunti sulla Cristologia. Omaggio a Pietro Cristiano Drago
Traccia per la presentazione dell’opera inedita e postuma “Storia di Cristo e origini del Cristianesimo


Parole di verità
Scritti inediti, riflessioni, pensieri e speranze di Paolo Borsellino*
a cura di Giorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo
Un grande onore. E poi ancora un senso di imponente responsabilità. E’ quello che abbiamo vissuto per diversi mesi leggendo e catalogando gli appunti e gli scritti di Paolo Borsellino nella sua casa di via Cilea. Qualcosa di più di una “comune” ricerca di archivio: un viaggio nel tempo dentro la bellezza e la profondità d’animo di un magistrato, ma prima ancora di un uomo giusto. Immortale. E’ stata financo una ricerca dentro noi stessi, che ci ha aiutato a comprendere meglio la sua essenza. Ma anche la sua assenza. Un vuoto incolmabile che, in quelle lunghe mattinate passate davanti a quelle carte, si respirava lentamente, immersi in un silenzio irreale davanti alla sua scrivania illuminata dalla luce soffusa di una abat-jour. Più volte ci si fermava qualche istante per ascoltare il battito di quella stanza dove tutto parlava di lui e dell’amore per la sua famiglia. Ed era proprio in quei momenti che il tempo e lo spazio perdevano ogni riferimento umano.
Un senso di protezione ci avvolgeva. L’eternità di quegli episodi lontani negli anni, trascritti su vecchi quaderni, prendeva forma nei nostri pensieri. Cercavamo tracce di memoria: abbiamo trovato parole di verità, pensieri, speranze, dolore, gioia, e tanta sete di giustizia. Che traspare in ogni sillaba dei suoi scritti, spesso tratti da interventi pubblici: dalla profonda riflessione sulla “deontologia del magistrato”, alle lettere, a dir poco amare, redatte durante “l’estate dei veleni” del 1988. E sono anche i suoi appunti, preparati appositamente per qualche conferenza, ad illuminare ulteriormente l’anima di quest’uomo. Il vuoto addosso per la perdita del suo amico fraterno Giovanni Falcone riaffiora con tutto il suo dolore il 28 maggio 1992 nel block-notes dell’hotel Excelsior di Roma: quell’appunto era stato utilizzato per una traccia del suo intervento alla presentazione a Roma del libro di Pino ArlacchiGli uomini del disonore”. In quei fogli Paolo Borsellino ricorda il “dramma” vissuto da Giovanni Falcone - condiviso per intero fino alla fine - per lo smantellamento del pool antimafia e per tutto quello che sarebbe successo dopo. Di suo pugno accenna anche al “pericolo” che Falcone, candidato alla procura nazionale antimafia, “ancora rappresentava” per Cosa Nostra (e non solo), un pericolo “che poteva crescere a dismisura”. Il suo incredibile ottimismo - strettamente legato alla speranza di una società senza più mafia - unito ad una incrollabile determinazione a spiegare ai giovani le varie sfaccettature di Cosa Nostra, vibrano forti nelle risposte del giudice agli studenti della Scuola Media “Vincenzo Pipitone”; fino ad arrivare alle sue intense riflessioni sulla Cristologia che caratterizzano una spiritualità autentica.
Lo speciale dossier su Paolo Borsellino è impreziosito da tutto questo e da molto altro ancora.
A futura memoria.
Ad Agnese Borsellino, il cui ricordo ci sprona ogni giorno ad andare avanti, ai suoi figli Manfredi, Lucia e Fiammetta, che con il loro esempio di vita testimoniano quotidianamente i valori del loro padre, il nostro più profondo ringraziamento per averci concesso questa straordinaria opportunità che rimarrà per sempre nei nostri cuori. Un dono inestimabile che ci ha permesso di entrare in punta di piedi nella vita di un uomo capace di sconfiggere la morte.

* Trascrizione e adattamento testi a cura di Miriam Cuccu e Silvia Cordella

* Segue sul nuovo numero di Antimafia Duemila

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Foto © Shobha

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