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Questa mattina tanti familiari vittime di mafia presenti per dare sostegno all'imprenditore

Giuseppe Piraino è uno degli imprenditori che non si è piegato al pizzo e che, con le sue denunce, ha dato un aiuto importante agli inquirenti che hanno messo sotto scacco le famiglie mafiose del Borgo Vecchio, a Palermo. La sua denuncia, congiunta a quella di altri diciassette, dimostra la voglia di cambiamento a Palermo, una città dove ancora in tanti continuano a pagare in silenzio.
Questa mattina, in via Enrico Amari, davanti ai cantieri della sua impresa, associazioni e familiari vittime di mafia si sono ritrovati in un sit-in per esprimere il proprio sostegno e ribadire il proprio "No" alla mafia e alle sue emanazioni.
"Noi siamo qui a Borgo Vecchio per dare un segno di presenza - ha ribadito lo stesso Piraino - Senza fare polemica dico che avremmo gradito avere più istituzioni presenti. Come imprenditore sono qui assieme ad un mio collega di Bagheria (Michelangelo Balestrieri), che ringrazio. Spero che i miei modi di fare e le mie intenzioni abbiano dato un po' di coraggio e scosso la comunità. A Palermo, nella vita, c'è bisogno di concretezza. Parlare di mafia ed antimafia è stato bello per tanti anni, ma bisogna fare fatti. Spero di vedere amici e conoscenti scendere davanti le proprie attività per dire insieme 'No alla mafia'". E poi ancora: "Io sono un po' kamikaze, ci metto la faccia per sciogliere questa atmosfera fredda contro questi ominicchi. Una svolta c'è stata se pensiamo che nell'ultima operazione che ha portato ai 20 arresti ci sono state 13 denunce spontanee e 5 non spontanee. Significa che la gente non ne può più e vuole un cambiamento".


Al suo fianco figure storiche della lotta contro la mafia come Vincenzo Agostino, Andrea Piazza, Giovanni Taormina, Graziella Accetta, Ninni Domino, Placido Rizzotto, Giovanni Paparcuri, Carmine Mancuso (presidente dell’associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia) ed i giovani rappresentanti del movimento culturale e artistico Our Voice. Assenti le istituzioni. E lo fanno notare alcuni dei familiari vittime di mafia come Graziella Accetta, mamma del piccolo Claudio Domino: "Una parte delle istituzioni doveva essere qua assieme a noi. Anche per dare un segno. Ce lo saremmo aspettati".Vincenzo Agostino ricorda l'importanza del risveglio culturale verso i giovani, e gli incontri nelle scuole perché "è lì che si gettano i semi del cambiamento". Proprio Piraino è uno dei frutti nati da quei semi. "Non si può stare in mezzo ed allora si deve decidere da che parte stare - dice Mancuso - ed il grido si rivolge anche a chi opera dentro i luoghi delle amministrazioni. Noi staremo sempre al fianco di chi si ribella a qualsiasi forma di illegalità. La lotta alla criminalità organizzata non consente alcuna tregua e la rivoluzione a Palermo non si ferma".

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