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di AMDuemila - Video
La Dda de L'Aquila, sotto il coordinamento del sostituto procuratore David Manicini, ha disposto il fermo di 19 cittadini nigeriani. L'operazione è stata avviata stamane con l'intervento della squadra mobile di Teramo e Ancona ed ha portato all'arresto di 15 persone, mentre 4 risultano al momento latitanti. Gli arrestati sono componenti di una cellula locale denominata 'Pesha', che ha una competenza geografica e territoriale dalla zona costiera della provincia di Teramo fino ad Ancona. L'indagine è nata dopo le operazioni di luglio e dicembre dello scorso anno, che hanno portato a galla una tratta di giovani nigeriane e un'attività di riciclaggio di ingenti profitti illeciti in Nigeria. I 19 nigeriani erano una costola degli 'Eiye', un'associazione mafiosa che si caratterizza per la segretezza del vincolo associativo, la ritualità dell'affiliazione, l'adozione di linguaggio e simbologia rigorosi, la violenza delle azioni.
L'ingresso nell'associazione è subordinato ad un rito di affiliazione, che avviene alla presenza del vertice e di altri membri del gruppo e nel corso del quale si alternano atti di violenza a riti tribali e viene formulato il giuramento di fedeltà agli Eiye con il quale l'affiliando si impegna al rispetto delle regole dell'associazione denominate 'orientation'. L'ingresso nella confraternita prevede l'obbligo alla partecipazione, mediante il pagamento di una sorta di 'tassa di iscrizione', al finanziamento della confraternita verso la quale gli associati sono a disposizione tendenzialmente 'per la vita'. L'associazione è caratterizzata da una rigida gerarchia con la previsione di ruoli e cariche cui corrispondono specifici poteri all'interno, deputati al controllo del rispetto delle regole interne, ed è finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di delitti. I componenti del 'Pesha Nest' sono dediti alla commissione di: reati di riciclaggio ed illecita intermediazione finanziaria verso la Nigeria; tratta di giovane donne sessualmente sfruttate lungo la strada Bonifica del Tronto e sottoposte a violenze e vessazioni; cessione di stupefacenti; reati violenti nei confronti di aderenti ad altri cults o punitivi nei confronti di altri connazionali. La simbologia ed i codici linguistici sono ulteriore garanzia e connotato di segretezza; sono ispirati al mondo degli uccelli (Eiye è un uccello mitologico della tradizione nigeriana) e richiamano colori ed altri elementi individualizzanti comunemente riconosciuti all'interno della comunità nigeriana come simboli tipici del cult Eiye.
Le indagini condotte dalla procura di Teramo hanno permesso di documentare che il potere intimidatorio del gruppo si sostanziava nella commissione di violente punizioni corporali nei confronti di affiliati non rispettosi delle rigorose regole interne del cult e delle direttive dei vertici, nel ricorso all'esercizio di violenza fisica anche per la risoluzione dei conflitti interni ritenuti di ostacolo alle finalità delinquenziali e di predominio dell'associazione, nel costringere terzi ad affiliarsi anche contro la loro volontà o per opporsi e scontrarsi con cult rivali (come quello dei "Black Axe") al fine di assumere e mantenere il predominio nell'ambito della vasta comunità nigeriana. Gli inquirenti hanno documentato molte riunioni dei membri dell'associazione che avvenivano prevalentemente, per ragioni di segretezza, nelle abitazioni di alcuni membri con ruolo direttivo, durante le quali i capi definivano le strategie criminali del gruppo. Il fermo è stato disposto in quanto per molti degli indagati era imminente la fuga, visti i contatti con connazionali in Francia, Germania, Belgio, Svezia ed i progetti di espatrio condivisi anche con loro familiari già dimoranti all'estero.

Fonte: AGI

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