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di AMDuemila
Il Procuratore Nazionale Antimafia intervistato da Repubblica
Le mafie si sono adattate subito all’emergenza sanitaria. Politica trovi misure urgenti per i più poveri

In questo periodo in cui il tessuto economico-sociale è debole c’è il rischio “di consegnare la nostra economia alla camorra”. A dirlo è il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero de Raho. “Viviamo un momento nel quale, doverosamente, la priorità è rappresentata dal contrasto alla pandemia. - ha affermato de Raho a Repubblica - Ma al tempo stesso, è indispensabile sostenere le imprese, il commercio, le piccole attività e aiutare le fasce deboli”. Nella situazione di crisi in cui riversa il Paese a causa dell’emergenza sanitaria, ha sottolineato il procuratore, “le istituzioni, Comune e Regione a livello locale, e il governo a livello nazionale, hanno il dovere di intervenire per evitare che la camorra tragga nuovo potere da una situazione di sofferenza collettiva”. Questo perché le organizzazioni criminali “anche stavolta hanno dimostrato di saper guardare lontano. - ha spiegato il procuratore - Hanno già occupato settori che assumono rilevanza ancora maggiore rispetto al passato”. Inoltre de Raho ha fatto presente che “i gruppi criminali più strutturati”, i quali non si sono fermati davanti all’epidemia, “si ritrovano già inseriti nei settori produttivi e rappresentano le uniche voci attive dell’economia”. In questo senso, infatti, secondo il magistrato, “la camorra si sta adeguando alle necessità imposte da questa particolare fase storica: chiuse le piazze di spaccio, la droga viene consegnata a domicilio. Inoltre, la crisi di liquidità che sta investendo un numero enorme di famiglie rappresenta una formidabile opportunità per la malavita”. I boss adesso sono maggiormente in grado di “fare leva sulla fame delle fasce più deboli, offrendosi di prestare somme in contanti in cambio di interessi, oppure attirando in attività illecite chi ha un disperato bisogno di arrivare alla fine del mese. Le cosche possono offrire soldi e lavoro a persone che a causa dell’epidemia hanno perso tutto”. Pertanto de Raho ha voluto sollecitare la politica “a individuare misure urgenti per affrontare la crisi di povertà” anche sull’esempio delle piccole realtà ecclesiastiche, come quella di don Antonio Loffredo e don Tonino Palmese, che in questi giorni hanno creato un modello “di rete di sostegno sociale” per le persone in difficoltà.

Foto © Imageconomica

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