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di AMDuemila
La Corte rinuncia a deposizione dell’ex neofascista del massacro del Circeo Angelo Izzo
In aula il 5 dicembre verranno sentiti i due ex pentiti Giugno e Pagano, oltre al titolare del bar “Bobuccio” Salvatore Battaglia

Al processo che si celebra a Palermo contro i presunti esecutori e mandanti dell’omicidio dell’avvocato Vincenzo Fragalà, aggredito davanti al suo studio la notte del 23 febbraio 2010, è stata acquisita la fantomatica lettera che il neo pentito Francesco Paolo Lo Iacono avrebbe inviato al boss Antonino Siragusa (imputato). La scorsa udienza Siragusa aveva annunciato di essere in possesso di questa missiva che Lo Iacono avrebbe scritto “15 giorni dopo che era arrivato a Velletri (il carcere, ndr)”, prima di iniziare a collaborare. “Scusami se cerco sempre a te - si rivolgeva Lo Iacono a Siragusa - per adesso sei il mio punto di forza x me sto passando un periodo brutto della mia vita sono troppo debole io amo i miei (figli e mia moglie) io vivo per loro speriamo che Dio mi aiuti perché credo di non poter soportare altro dolore piu tardi voglio parlare con te soli ti devo dire una cosa (mia) scusami mi devi aiutare.Ho troppi brutti pensieri credo di no farcela T.V.B”. Questo il contenuto della lettera con la quale l’imputato sostiene l’inaffidabilità del neo pentito in quanto, a detta sua, Lo Iacono voleva uscire dal carcere ad ogni costo perché stava male. Un tentativo, quello dell'imputato, di difendersi dalle pesanti accuse mosse nei suoi confronti dall’ex picciotto che nella scorsa udienza aveva riferito di un’accesa discussione scoppiata in carcere dopo che quest'ultimo (Lo iacono) aveva sentito Siragusa parlare dell’omicidio Fragalà e del ruolo di Gregorio Di Giovanni (il mandante secondo Lo Iacono) e di averlo quindi intimato a raccontare tutta la verità. Una esortazione accolta in malo modo da Siragusa che avrebbe reagito aggredendo Lo Iacono verbalmente e fisicamente, salvo poi essere allontanato grazie all’intervento di Angelo Izzo, l’ex neofascista del massacro del Circeo che però non verrà sentito, come invece avrebbero voluto le difese, poiché la sua audizione non è stata ritenuta indispensabile “ai fini del decidere” dalla prima sezione della Corte d’Assise. In aula invece saranno ascoltati Giancarlo Giugno e Sebastiano Pagano, i due ex pentiti ai quali Siragusa avrebbe confessato la sua partecipazione al delitto Fragalà quel giorno all’interno della cucina della sezione carceraria di Velletri. L’obiettivo dei giudici è quello di fare chiarezza sulla vicenda e sulla testimonianza di Lo Iacono che ha creato un clima di crescente confusione tra le parti. Per questo motivo è stato chiamato sul banco dei testimoni anche Salvatore Battaglia, ovvero “bobbuccio”, il titolare dell’omonimo bar per il quale lavorava il neo collaboratore Lo Iacono che avrebbe assistito in prima persona nel suo appartamento in via San Gregorio agli sfoghi del boss di Porta Nuova Gregorio Di Giovanni rivolti contro il penalista Fragalà. Ci dobbiamo dare una lezione a questo avvocato'' diceva.
Inoltre il presidente della Corte d’Assise ha deciso di sentire nuovamente lo stesso imputato Antonino Siragusalimitatamente ai fatti che sulla base delle dichiarazioni del Lo Iacono lo avrebbero coinvolto personalmente”. Non è da escludersi altresì un confronto tra lo stesso Lo Iacono e Siragusa.

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