Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila
Secondo l'ex moglie, madre di Stefano, "uccisi da qualcuno che era ricattato"

Dodici anni sono passati da quando Antonio Maiorana e suo figlio Stefano sono scomparsi. Era il 3 agosto 2007 il giorno in cui sparirono da un cantiere di Isola delle Femmine. Lo scorso gennaio la Procura di Palermo ha chiesto al gip Marco Gaeta l'archiviazione del fascicolo anche se non sono pochi gli elementi emersi durante l'indagine che, in qualche maniera, hanno contribuito a definire maggiormente i contorni di una vicenda che resta comunque complessa.
Non è infatti semplice trovare la verità, anche tenuto conto che i corpi dei due Maiorana non sono mai stati ritrovati, e diventa ancora più difficile se si considera che uno degli indagati, il costruttore Paolo Alamia (accusato di omicidio ed occultamento di cadavere) è deceduto qualche settimana addietro. Dunque sotto inchiesta resta ancora l'altro indagato, Giuseppe Di Maggio, figlio del boss di Torretta. Il Giornale di Sicilia oggi ha riportato alcune dichiarazioni di Rossella Accardo, ex moglie di Maiorana e madre di Stefano. Secondo la donna Alamia non ha a che fare con il delitto anche se si è detta sicura "che lui sapesse chi ha ucciso mio figlio". A suo avviso "occorre cercare tra altre persone che il mio ex marito ricattava".
Secondo l'ipotesi degli inquirenti il movente dell'omicidio di Antonio e Stefano Maiorana sarebbe un ricatto sessuale. Maiorana padre sarebbe entrato in possesso di video hard che coinvolgevano uno dei suoi soci, Alamia appunto, e l'avrebbe ricattato pretendendo, in cambio del silenzio sul video, le sue quote della società immobiliare Calliope srl.
Quella cessione avvenne effettivamente "a titolo gratuito" in favore della compagna argentina di Antonio Maiorana, Karina Andrè, il 24 luglio 2007, pochi giorni prima della scomparsa.
Del ricatto sarebbe stato a conoscenza l'altro figlio di Maiorana, Marco, che lo avrebbe annotato in un Topolino, rinvenuto dagli investigatori, in cui era scritto: "Con Karina (ex compagna di Maiorana, indagata e poi prosciolta, ndr) abbiamo distrutto la memoria del pc". Il giovane non avrebbe retto di fronte ad una vicenda così grande e per questo si sarebbe suicidato.
La vittima del ricatto avrebbe finto di acconsentire dando a Maiorana un appuntamento e facendogli credere che l'avrebbe coinvolto in un affare immobiliare, ma in realtà si sarebbe trattato di un tranello e Maiorana e il figlio, da cui il costruttore si sarebbe fatto accompagnare, sarebbero stati eliminati.
Nonostante questa serie di elementi, comunque, i pm hanno ritenuto di non avere elementi sufficienti per procedere con la richiesta di rinvio a giudizio ed hanno chiesto l'archiviazione. "Escludo che Alamia potesse essere il mandante - ha proseguito la donna - ha visto crescere i miei figli e nutriva grande rispetto per me. Peraltro per lui il ricatto sarebbe stato chiuso, visto che aveva ceduto le quote. Ritengo però che sapesse la verità: quella mattina presto aveva cercato mio figlio Marco, proprio per avere notizie di suo padre. Forse perché qualcuno gli aveva appunto appena raccontato cos'era accaduto ad Antonio e Stefano. Non escludo che Alamia possa avere confidato la verità a qualcuno, magari in punto di morte. Qualcuno che oggi potrebbe ritenere di parlare e di dare giustizia ad una madre come me". Un appello dunque a chiunque possa sapere qualcosa su un caso che, altrimenti, rischia davvero di restare nel mistero.

ARTICOLI CORRELATI

Scomparsa dei Maiorana, nelle carte dell'inchiesta compare Matteo Messina Denaro

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos