Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Davide de Bari
Le cartucce “completamente difformi” da quelle ritrovate il giorno del delitto

L'arma che si sospetta possa essere stata utilizzata per uccidere il giudice della Corte di Cassazione Antonino Scopelliti il 9 agosto 1991, in località Piale di Villa San Giovanni, nel reggino, è troppo vecchia, ossidata e incrostata per poter eseguire qualsiasi tipo di esame scientifico. E' quanto emerge dalla perizia eseguita dalla polizia scientifica di Reggio Calabria sull'arma che è stata ritrovata seguendo le indicazioni del collaboratore di giustizia catanese Maurizio Avola che sul delitto ha rilasciato lo scorso anno delle dichiarazioni. L'inchiesta, riaperta lo scorso marzo, vede indagati ben 18 boss tra siciliani e calabresi. Fino al momento della riapertura delle indagini, Avola non aveva mai parlato né dell'omicidio Scopelliti, né dei rapporti tra Cosa nostra e 'Ndrangheta. Infatti nel processo 'Ndrangheta stragista che si svolge a Reggio Calabria, dove è stato sentito lo scorso 17 maggio, ha affermato di aver partecipato all'omicidio del giudice reggino.
Per il vice questore aggiunto Ferruccio Martucci - esperto del servizio centrale della Polizia scientifica incaricato dalla Direzione antimafia reggina di effettuare la perizia sul fucile e le cartucce, fatti ritrovare dal pentito - l’arma, un fucile calibro 12 di produzione spagnola ("Zabaleta Hermanos”), era conservata male. Dalla perizia emerge anche un altro elemento, ovvero che le cartucce fatte ritrovare da Avola, analizzate e comparate dagli esperti della Polizia scientifica con quelle che furono trovate nell'esame autoptico sul cadavere e sugli indumenti del sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, sarebbero "completamente difformi” con quest’ultime. Un dato importante è il ritrovamento del numero di matricola dell’arma, grazie al quale si potrebbe risalire anche al proprietario. Infine, sempre dalle analisi, non è stata rilevata nessuna traccia biologica sia sull'arma e sia sulle borse esaminate per estrapolare profili genetici utili alle indagini.

ARTICOLI CORRELATI

'Ndrangheta stragista, parla Avola: ''Ho partecipato alle stragi fin dall’omicidio Scopellitti''

Omicidio Scopelliti: inchiesta riaperta. Nuovi elementi sul patto Cosa nostra-'Ndrangheta

Al processo Gotha Avola conferma: ''Messina Denaro era nel gruppo di fuoco che uccise Scopelliti''

Non solo Scopelliti, il pentito Avola accusa Messina Denaro dell'omicidio Ciaccio Montalto

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos