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di AMDuemila
Il ministro dell’Interno Bonomi: “E’ stato aiutato dalle guardie carcerarie per fuggire

Gli investigatori e le forze di polizia uruguayane non si danno tregua nelle ricerche ma del boss di ‘Ndrangheta Rocco Morabito, evaso dal Carcere di Montevideo la notte del 23 giugno non c’è alcuna traccia e non si esclude possa essersi trasferito nel vicino Brasile. Lo ha riferito la Red21 di Montevideo. Nel frattempo però gli inquirenti stanno cercando di scoprire come e grazie a chi, anche all’interno degli ambienti carceri, i 3 pregiudicati (tutti riacciuffati nelle ultime settimane dalle forze dell’ordine) e il “boss della cocaina” siano riusciti a scappare senza che nessuno se ne accorgesse per almeno 7 ore. Il ministro dell’Interno uruguaiano Eduardo Bonomi, presentatosi ieri insieme al capo della polizia nazionale, Mario Layera, davanti alla Commissione di sicurezza del Senato per rispondere a domande sull’evasione e sullo stato delle indagini, ha indicato che “si presume che la fuga di Morabito abbia avuto un carattere doloso”. Ovvero che vi può essere stata complicità da parte del personale carcerario, che è stato sottoposto “a varie procedure amministrative”. Certo è che la cerchia delle eventuali complicità non può che estendersi ai sei secondini di turno quella notte nell'intera struttura, due di loro risultano essere i primi sospettati poichè al momento della fuga e nelle sette ore successive non erano dove avrebbero dovuto essere. Altre incongruenze riguardano invece le cattive condizioni delle celle nelle quali i 4 fuggitivi erano detenuti. Secondo quanto riferito dalla direttrice del carcere, Mary Gonzalez, al momento sospesa dall’incarico per essersi lasciata sfuggire i detenuti, i quattro evasi condividevano l'intero piano e le celle erano lasciate aperte. Solo la porta di accesso alle scale era chiusa e i detenuti sono potuti fuggire tutti da un'unica finestra scardinata della cella che dava alla terrazza. “Il nostro edificio è antico, con un pò di forza le finestre che danno accesso alla terrazza si aprono” aveva denunciato mesi fa la direttrice la quale aveva chiesto il trasferimento di Morabito in un istituto di polizia nazionale considerato più sicuro, ma nessuno pare l’abbia ascoltata. A questo però si aggiunge che proprio in quei giorni, su richiesta di un tribunale, erano state ritirate tutte e sedici le videocamere di sorveglianza. Intanto è notizia di oggi che tre presunti fiancheggiatori del boss, due di nazionalità russa e uno di nazionalità italiana, sono stati arrestati dalla polizia in collaborazione con l’Interpol sospettati di aver assistito e dato appoggio al latitante nel loro ristorante italiano “Eatalian Style” situato nell’elegante quartiere Pocitos a Montevideo. L'indagine sulla clamorosa fuga di Morabito e degli altri tre evasi viene portata avanti dal pubblico ministero Rodrigo Morosoli.

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