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di AMDuemila
Si scorge l'ombra della criminalità organizzata dietro la demolizione del ponte Morandi di Genova, crollato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone.
La Dia di Genova ha notificato un'interdittiva antimafia, emessa dal Prefetto, nei confronti dell'impresa Tecnodem s.r.l. Unipersonale, con sede a Napoli, impegnata nelle attività di ricostruzione del "ponte Morandi". Tale ditta, secondo gli inquirenti, sarebbe "permeabile ed esposta al pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso". La Tecnodem, che si occupa di demolizione industriale di materiale ferroso, nel febbraio scorso è stata inserita tra le ditte sub-appaltatrici per la demolizione e la bonifica degli impianti tecnologici, per una cifra pari a 100.000 euro. Il committente è l'Amministratrice e socio unico della Tecnodem s.r.l. che, secondo quanto reso noto dagli inquirenti, è Consiglia Marigliano. La donna, che sarebbe priva di titoli o esperienze professionali di settore, è consuocera di Ferdinando Varlese, 65enne di Napoli, noto alle forze dell'ordine e domiciliato a Rapallo, in Liguria, dipendente della Tecnodem s.r.l.. Tra le condanne riportate da Varlese, sottolinea la Dia, emerge quella emessa dalla Corte d'Appello di Napoli nel 1986 per associazione per delinquere.
Tra i coimputati c'erano presunti affiliati al clan "Misso-Mazzarella-Sarno", già appartenente all'organizzazione camorristica denominata "Nuova Famiglia", i cui boss di riferimento erano Michele Zaza e suo nipote Ciro Mazzarella.
Nel 2006 è poi giunta un'altra condanna in secondo grado per estorsione tentata in concorso con l’aggravante mafiosa: un’episodio dal quale - sostiene la Direzione investigativa antimafia genovese - “si evincono in maniera circostanziata i legami di Varlese con il sodalizio camorristico D’Amico”, al quale il consuocero dell’amministratrice di Tecnodem “risulta legato da rapporti di parentela”. Sulla base di questi accertamenti, la Dia di Genova ha ritenuto che la società sia in una “condizione di potenziale asservimento” o “condizionamento” dei clan camorristici. L'operazione, spiega la Dia, si inserisce nel quadro delle "Disposizioni urgenti per la città di Genova", che ha individuato la Direzione investigativa antimafia "come punto di snodo di tutti gli accertamenti antimafia". Fino ad oggi sono stati eseguiti controlli, con la collaborazione delle forze di polizia territoriali, su 92 società e 4.062 persone fisiche impegnate nella ricostruzione del ponte Morandi.

Foto © Imagoeconomica

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