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5di Davide de Bari - Foto
L’allarme lanciato dai magistrati di Ancona

“Quando parliamo di mafia non abbiamo un mafioso che si riconosce, che quando si vede porta la coppola o la lupara. La mafia è fatta di tutti quei professionisti che creano società che in parte evadono il fisco. La mafia è fatta da un'imprenditore e purtroppo anche da soggetti delle istituzioni”. Così il procuratore generale di Ancona, Sergio Sottani, è intervenuto alla presentazione del rapporto LiberaIdee a Macerata, dove hanno preso parte anche la procuratrice della Repubblica di Ancona, Monica Garulli, la vicepresidente di Libera, Vincenza Rando e il rettore dell'Università di Macerata, Francesco Adornato. Il procuratore generale non ha utilizzato mezzi termini per contestare il dato emerso dal rapporto (solo il 18% dei marchigiani ha la percezione dell’esistenza della mafia) ed ha raccontato che la realtà è ben diversa. “In questa regione si dice che la mafia sia marginale. Ma che cosa significa marginale? Che ci sono pochi casi o che non è preoccupante? Se significa che ci sono pochi casi allora dobbiamo ragionare con i termini. Invece se diciamo che è un fenomeno marginale allora dobbiamo preoccuparci molto. Perché la mafia è un meccanismo di infiltrazione che rovina un intero tessuto e la cultura della società - ha spiegato il Sottani - Le Marche sono una regione a rischio di infiltrazione mafiosa. Perché è una regione florida e fatta di piccole società su cui la mafia cerca di intervenire in modo silente. E’ questo il maggior pericolo”.
Secondo il procuratore generale la “mafia si è trasformata” in quanto anche “il mondo economico è cambiato”. Spesso si ha “un’idea di una mafia violenta che spara in strada”, come i cittadini marchigiani l’hanno potuto vedere il giorno di Natale: “Si è voluto sparare il giorno di Natale in modo tale che le persone colpite non festeggino più il Natale. - ha detto il magistrato - Perché per quelle persone quel giorno non sarà più il ricongiungimento familiare, ma della perdita di un famigliare. Quindi si è voluto colpire con un forte significato simbolico. E’ successo in questa regione, forse l’unico fatto recente. E’ un fenomeno marginale? Fino a un certo punto”.
Per Sottani “la mafia si è evoluta” ed è “un organismo che presuppone tre elementi: la forza di intimidazione mediante il vincolo associativo, l’assoggettamento e l’omertà”. Nel continuare la sua relazione, il procuratore si è ancora chiesto: “Perché si diventa mafiosi?”. Una domanda che ha trovato risposta: “Per commettere delitti, per acquisire e gestire controllo di attività economiche, per realizzare prodotti o vantaggi ingiusti, per condizionare le elezioni politiche”.
Parlando invece di corruzione e del filo che la lega alla mafia, il procuratore generale ha sottolineato: “Molto spesso è l’imprenditore che corrompe in quanto vuole avere la concessione o l’appalto. E’ quell’imprenditore che fa il falso in bilancio o che evade le tasse. Se la mafia cerca di raggiungere i profitti, allora mafia e corruzione sono molto simili e soprattutto c’è il pericolo che la mafia trovi la prima risposta, non solo nel settore pubblico, ma in quello privato”. E poi ha continuato: “E’ il profitto che unisce la mafia e l’imprese. Un conto è un profitto che viene realizzato per il bene della società, un altro è se viene realizzato per fine predatorio. Ad esempio se c’è un bar che non funziona la mafia magari lo compra solo per riciclare i soldi. Capisco che i soldi fanno gola ma vendere in questo caso vuol dire rovinare il territorio. Le Marche hanno la forza di rispondere ma dobbiamo sapere che la mafia tende ad avanzare anche da noi. Se la mafia c’è stata in Emilia e in Umbria, non è che il mafioso si ferma”.


Anche la procuratrice della Repubblica di Ancona, Monica Garulli, in riferimento alla percezione delle mafie nelle Marche, ha spiegato “non esiste una percezione diretta di fenomeni di controllo del territorio tranne casi isolati come l’omicidio di Natale a Pesaro”. Secondo la Garulli quello che è preoccupante è la “sottovalutazione di fatti silenti, non percepiti come gravi ma che invece minano il concetto di economia legale”. “E’ vero che non esiste un radicamento di soggetti legati alla criminalità organizzata qualificati come la ‘Ndrangheta, ma è attestato che esiste un legame tra quei sodalizi criminosi e soggetti esterni, che grazie a quest’ultimi si infiltrano in attività imprenditoriali. - ha spiegato la procuratrice - Questo è il campanello d’allarme. Perché la prospettiva della criminalità organizzata è quella di fare profitti attraverso l’inserimento nel tessuto economico, con attività che non si rischia moltissimo e quindi non con fatti rilevanti come l’estorsione; ed è proprio lì che si annida la criminalità. Quindi consentire alla mafia tramite soggetti che operano dall’esterno, ma che operano nel loro interesse, di intervenire con operazioni di riciclaggio”. Non c’è ombra di dubbio, per la Garulli “bisogna impegnarsi per contrastare quei modelli criminali in grado di contaminare l’economia. Come nel caso di riciclaggio di patrimoni di provenienza illecita o del fallimento reiterato, di fatture inesistenti”.

Rischio infiltrazione post-terremoto
“L’afflusso di risorse dopo il terremoto rischia di trasformarsi in una grande occasione per la criminalità organizzata” ha così lanciato l’allarme il capo della procura di Ancona. “La procura interviene solo dal punto di vista repressivo e non della prevenzione. Anche se insieme ad altre procure del distretto interessate abbiamo strutturato un protocollo nel 2017 che ha istituito un soggetto che si chiama Crasi (Centro di raccordo, analisi e sviluppo informativo, ndr) che ha il compito di valutare i fattori di rischi. La struttura è formata dai carabinieri e guardia di finanza che ha il compito di monitorare l’attività all’interno dei cantieri”.
La procuratrice durante il suo intervento ha anche annunciato: “La settimana prossima sarà firmato un protocollo d’intesa sperimentale, di durata annuale rinnovabile, tra l’autorità giudiziaria marchigiana e la parte del ministero degli Interni che si occupa di prevenzione e contrasto antimafia in relazione al sisma”. Per la Garulli “l’attenzione vi assicuro è alta”.
La vicepresidente di Libera, Vincenza Rando, ha infin concluso che “se guardiamo a questi fenomeni come qualcosa che non ci riguarda, deleghiamo” quindi “dobbiamo fare tutti la nostra parte”.

Foto © ACFB

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