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E' stato lo stesso autore del reportage, Marco Maisano, ad anticipare sulla sua pagina facebook il suo servizio andato in onda ieri sera su Rai 2 all'interno della trasmissione "Nemo - nessuno escluso". Si tratta di "una lunga inchiesta su Gela, una città siciliana di 70mila persona, che oltre agli ordinari disastri del sud Italia ne vive uno in più: qui è più facile ammalarsi e morire di cancro. Non lo diciamo noi, lo dice il CNR. Ma perché così tanta gente si ammala? La risposta non è scontata. C'è chi parla di una 'semplice incidenza maggiore a Gela' (sfortuna), chi invece punta il dito contro lo stabilimento petrolchimico (a Gela si estrae petrolio e si produce carburante da piú di 50 anni). Di sicuro questa è una storia che mi ha coinvolto moltissimo e che è ancora tutta in divenire. I colpi di scena non sono mancati e non mancheranno nelle prossime puntate".
Ed eccole le dichiarazioni del testimone che ha incontrato il giornalista. Si tratta di Emanuele, ex operaio Eni che ha dichiarato davanti alle telecamere di Nemo: “In buche larghe 500 metri e profonde 15 metri buttavamo eternit macinato, rifiuti chimici tossici. I dirigenti dicevano: tra cinquant’anni tutti moriranno di cancro”.
VIDEO Il servizio al min. 01.23.30
Guarda la prima parte dell'inchiesta "La terra che produce morte"
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