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madonia giuseppe eff 850di AMDuemila
“Non comporta l’illegittima compromissione di un diritto” la videosorveglianza continua in una cella, con telecamera a bassa risoluzione puntata sull’ingresso del bagno nella cella del boss Giuseppe Madonia. Per la Corte suprema è una misura legittima e per questo ha annullato, su ricorso del ministero della Giustizia, senza alcun rinvio, la decisione del Tribunale di sorveglianza di Bologna che censurava la telecamera con inquadratura verso il bagno nella cella del boss Giuseppe Madonia (al 41-bis). Per il tribunale bolognese i diritti del detenuto erano stati "lesi" dai controlli effettuati dall'amministrazione penitenziaria "tramite videosorveglianza continua" con una "telecamera nella cella di pernottamento con inquadratura verso il locale bagno". Secondo il Tribunale di sorveglianza, anche in caso di un detenuto sottoposto a un regime speciale per ragioni di sicurezza, “l’uso di strumenti di intrusione nella sfera privata” deve “calibrarsi in relazione alle reali necessità della specifica situazione da affrontare” o si viola la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Per il ministero della Giustizia e del Dap, nel ricorso in Cassazione, tale videosorveglianza continua nella cella è proporzionata e conforme ai doveri istituzionali. È stata adottata “con ponderazione tenendo conto dell’elevatissimo livello di pericolosità di Madonia” e per “prevenire evasioni e comunicazioni fraudolente”.
La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha così accolto il ricorso del ministero e ieri ha disposto, con una sentenza, che il provvedimento del tribunale di Sorveglianza "dà atto che le riprese tramite la telecamera di cui trattasi rimangono appositamente circoscritte solo ad un certo punto dei locali, diverso dalla toilette, e, così come predisposte, possono in ogni caso riprodurre soltanto immagini non a fuoco": quindi, "l'attuale attuazione del controllo" oggettivamente "non risulta toccare sotto alcun profilo soglie di umiliazione e di sofferenza tali da potere essere ravvisata una violazione dell'articolo 3" della Convenzione europea dei diritti umani.

ANTIMAFIADuemila
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