La Procura presenta nuove intercettazioni
di AMDuemila
Nuovi documenti inediti potrebbero riaprire l'indagine relativa all'omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin, avvenuta il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio, in Somalia. Si tratta di una serie di intercettazioni che risalgono al 2012 tra soggetti somali che in Italia parlavano della morte della Alpi e del cameraman.
Intercettazioni che fanno parte di un procedimento slegato dal caso Alpi, ma relativo a un traffico di camion dismessi dell'Esercito italiano verso la Somalia.
L'incartamento è stato trasmesso dalla Procura di Firenze ed è stato depositato oggi dal pm Maria Rosaria Guglielmi al gip nell'ambito dell'udienza fissata per discutere la richiesta di archiviazione che era stata avanzata nel luglio scorso dai pm romani per “l’impossibilità di risalire al movente e agli autori degli omicidi".
Tuttavia oggi potrebbe essersi aperto un nuovo spiraglio di luce. Il giudice Andrea Fanelli, alla luce di questa novità e dei documenti depositati dai legali della famiglia Alpi, ha aggiornato il procedimento al prossimo 8 giugno in modo da permettere ai pm di approfondire i nuovi elementi emersi. A fine udienza è intervenuta Luciana Alpi, la mamma della giornalista: “Da troppo tempo siamo in attesa di una verità che non arriva. Mi sono illusa troppe volte. Andiamo avanti insomma, anche se sono stanca". La signora Alpi ha poi assicurato tutto il suo impegno "perché questa inchiesta non finisca in archivio".
Nel frattempo fuori dal tribunale erano riuniti gli esponenti dei Comitati di redazione della Rai, Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai. Un sit-in, a cui hanno aderito anche le associazioni Art.21 e Libera Informazione, per dire no all'archiviazione delle indagini.
Tra gli aspetti da approfondire vi è anche il depistaggio che ha visto il coinvolgimento del “testimone”, Ahmed Ali Rage, detto Gelle. Quest'ultimo, in un primo momento, aveva accusato un miliziano somalo, Omar Hashi Hassan. L'uomo venne condannato a 26 anni e poi assolto nella revisione del processo svolto a Perugia, dopo aver passato quasi 17 anni in carcere. Gelle aveva ritrattato poi le sue affermazioni.
Anche Hassan era presente questa mattina per manifestare il suo sostegno alla famiglia Alpi. "Luciana e suo marito Giorgio - ha dichiarato - mi hanno sempre aiutato e hanno sostenuto la mia innocenza, fin dal primo giorno. La famiglia Alpi chiese da subito che venissi scarcerato, perché era convinta della mia innocenza, e mi è stata vicina fino all'assoluzione. È giusto che anche Luciana abbia giustizia".
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