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E il leader di Forza Nuova attacca i magistrati
di AMDuemila
Roberto Fiore, leader di Forza Nuova ed in passato condannato per banda armata e associazione sovversiva come capo di Terza posizione, sarebbe stato un agente dell'M16, il servizio segreto britannico, fin dal 1980, con il compito di infiltrato nel movimento della destra radicale e nazionalista inglese, al fine di annientare il 'National Front' di Griffin, considerato eversivo in Inghilterra. Questo veniva indicato nella relazione pubblicata nel 1991 dalla commissione di inchiesta del Parlamento europeo su razzismo e xenofobia e contenuta in un dossier citato in commissione Stragi dall’allora capogruppo di Alleanza Nazionale Enzo Fragalà. “Quello tra Fiore e i servizi inglesi è un rapporto che dura ancora oggi - diceva in un’audizione nel 2000 - dal 1991 Fiore ha continuato a dimorare tranquillamente in Inghilterra e a prosperare per le sue attività imprenditoriali. Oggi fa la spola tra l'Italia e la Gran Bretagna, quindi non è considerato un estremista pericoloso. E non c’è dubbio che da questo tipo di collegamenti e attività non ci si dimette dall'oggi al domani”. Il presidente della commissione stragi aveva poi domandato specificatamente: “Ritiene che Fiore e Morsello fossero agenti del servizio inglese?”. E Fragalà rispondeva: “Non ritengo, c’è scritto, è un dato obiettivo, mai smentito da nessuno... D’altro canto, altrimenti come si fa a immaginare che due latitanti italiani, segnalati come pericolosi, possano costruire lì in Inghilterra un impero economico con 1.300 appartamenti?”.
Al tempo l’avvocato Fragalà, ucciso da Cosa nostra nel 2010 a Palermo, cercava di ridimensionare le accuse di terrorismo rivolte a Fiore, dato che in quel momento con Forza Nuova era finito alla ribalta per la vicenda dell’attentato a Il Manifesto e per questo chiedeva anche che gli stessi Fiore e Morsello venissero ascoltati in commissione.
Da parte sua Fiore, che avrebbe dovuto scontare almeno cinque anni e mezzo di reclusione e che è invece tornato in Italia da uomo libero dopo la latitanza (in Italia cadono in prescrizione perfino le condanne definitive, ma non eseguibili per scadenza dei termini), ha sempre negato quei rapporti con i servizi segreti.
E su questo punto sarà difficile sapere la verità. Stesso discorso vale per quelle domande che gli avrebbe voluto rivolgere Giovanni Falcone nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Piersanti Mattarella.
Proprio il giorno in cui gli interrogativi di Falcone sono stati pubblicati da “La Repubblica”, grazie ad un articolo di Salvo Palazzolo, Fiore ha rilasciato delle dichiarazioni forti contro la magistratura di Palermo, apostrofandola come “infiltrata” e “deviata”, a suo dire colpevole di aver liberato Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, i due attivisti dei centri sociali accusati del pestaggio del segretario provinciale di Forza Nuova, Massimiliano Ursino. Il dato particolare è che il leader di Forza Nuova non parla solo del tempo presente ma anche del passato: “Questo fa capire che oggi come 40 anni fa la magistratura di Palermo è deviata”.
Anche se i quesiti di Falcone erano più che legittimi ed è anzi assurdo che l’Inghilterra abbia negato la possibilità al giudice di essere presente durante l’interrogatorio, così come prima aveva negato l’estradizione del leader di Terza posizione.
Dubbi ed interrogativi che si allargano se si guarda all’impero economico costruito dal leader di Forza Nuova nel corso del tempo. L’Espresso ha sviluppato una lunga inchiesta  sul politico di estrema destra mettendo in evidenza come il nome di Fiore si incordi con quello di tre trust, ovvero società fiduciarie i cui titolari possono essere anonimi così come i donatori. Nell’inchiesta emerge come alla società fiduciaria intitolata all’Arcangelo Michele sono arrivati 475mila euro di elargizioni liberali e che gran parte di quei soldi sono stati poi girati a tre aziende controllate dalla famiglia Fiore. E ad oggi non è dato sapere chi ha compiuto quelle donazioni.

Foto © Ansa

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