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di matteo giancarlo finessi 610“Soprattutto se significasse la prosecuzione del lavoro svolto con la toga”
di AMDuemila
“Non sono pregiudizialmente contrario all'impegno di un magistrato in politica, soprattutto se questo significasse la naturale prosecuzione del lavoro svolto con la toga addosso”. A dirlo è Nino Di Matteo, pm del processo trattativa Stato-mafia, in un'intervista a La Stampa. Ciò significa, ha spiegato il magistrato recentemente approdato alla Direzione nazionale antimafia, “che una cosa sarebbe fare il ministro o il sottosegretario alla Sanità, altro invece svolgere un ruolo politico, da tecnico, che abbia a che fare con la macchina della giustizia o con la lotta alla criminalità”.
Il pm, da anni oggetto di intimidazioni e minacce, nei confronti del quale è emersa l'esistenza di un piano da parte di Cosa nostra per ucciderlo, indica come prima priorità per un magistrato che lasca la toga per diventare ministro “la lotta al sistema mafioso e corruttivo”, sottolineando che “finora i governi non hanno mai dimostrato di considerare una priorità assoluta la lotta al sistema criminale integrato”. Alla Camera, ha aggiunto Di Matteo, Piercamillo Davigo e Raffaele Cantone “bollarono negativamente il nostro eventuale impegno in politica” e “io risposi che, a determinate condizioni, un magistrato può contribuire in maniera positiva all'elaborazione di linee politiche che rappresentino la prosecuzione dell'impegno in toga”. Secondo Di Matteo, “l'unica condizione per l'ingresso in politica era che, dopo l'esaurimento dell'incarico o del mandato, si stabilisse l'impossibilità di tornare a svolgere il ruolo di magistrato” in quanto “c'è un'immagine di terzietà che viene meno, nella pubblica opinione”. Il magistrato palermitano fu invitato a maggio alla Camera, ad un convegno organizzato dal Movimento 5stelle. Ma su un suo personale impegno in politica ha dichiarato a La Stampa: “Io non ho detto che non farò il ministro della Giustizia, né che lo farò” perché “le cose che ho affermato a fine maggio le ho dette perché le penso e a prescindere da ogni eventuale, ipotetica proposta”.

Foto © Giancarlo Finessi

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