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8Al liceo di Partinico tanti giovani da tutta Italia
di AMDuemila - Foto
Lunedì pomeriggio al Liceo Scientifico “Santi Savarino” di Partinico è stato presentato il nuovo libro di Salvo Vitale ha presentato, “Era di passaggio”, in occasione del 39° anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato. Un appuntamento partecipato da tantissimi ragazzi grazie al coinvolgimento delle di numerose scuole provenienti da più parti d’Italia, con la collaborazione nata tra il professor Mario Bruno Belsito e Dina Provenzano. Dopo i saluti della dirigente scolastica la prof.ssa Chiara Gibilaro, Vitale ha espresso l’emozione di “vedere così tanti giovani derivanti da tutta Italia, per sentir parlare di Peppino Impastato”. “Questo libro comprende tutti gli articolo scritti su Peppino e su tutto ciò che è successo in questi anni. - ha raccontato Vitale parlando del libro - La storia di Peppino è scomoda perché rappresenta il conflitto all’interno delle generazioni delle famiglie e soprattutto dei ragazzi che la pensano diversamente dai loro genitori. Peppino non ha mai esitato a ribellarsi, a farsi buttare via di casa, rinnegando suo padre”. Nel suo intervento lo storico compagno ha anche ricordato una serie di fatti accaduti in questi anni con al centro proprio la memoria di Peppino Impastato.


Vitale ha ricordato che le cose sono cambiate rispetto agli anni passati “prima era impensabile parlare a tanta gente, presentare un libro, come anche domani vedrete a Cinisi migliaia di persone che grideranno per le idee di Peppino. Adesso ci sono associazioni tipo Addiopizzo che ha coinvolto diversi imprenditori siciliani a ribellarsi al pizzo e Libera facendo produrre le terre sequestrate alle mafie”. Dopo la morte di Peppino ha detto Vitale “trovammo un quadernetto degli appunti in cui c’erano le sue poesie che abbiamo pubblicato e anche diverse note biografiche, in cui raccontava parti della sua vita”. Il contenuto del quaderno ritrovato, secondo l’autore del libro, danno una diversa immagine di Peppino, poiché non accettava il perbenismo di quei anni. Durante l’incontro non è mancato anche il ricordo della mamma di Peppino e Giovanni Impastato, Felicia. “Una donna ‘cazzuta’ capace, solo dopo pochi giorno dalla morte di suo figlio, di chiedere di costituirsi parte civile al processo e chiedere ai magistrati di indagare per omicidio”.
All’evento, moderato dal capo redattore di ANTIMAFIADuemila, Aaron Pettinari, è intervenuto Faro Di Maggio, compagno di Peppino, che ha ricordato l’atmosfera che circondava Radio Aut. Un’atmosfera che non era legata da una matrice politica, ma piuttosto dal fare qualcosa per la società.
“Per denunciare la mafia - ha aggiunto Di Maggio - abbiamo voluto farlo dal punto di vista satirico, facendo diventare Tano Badalamenti lo zimbello delle nostre trasmissioni in ‘onda pazza’. In quei anni era da pazzi parlare male di Badalamenti, nessuno osava farlo”.
Quale potesse essere la spinta per intraprendere questa attività pericolosa? Secondo Di Maggio non era il coraggio, ma “a vent’anni se si è convinti di una cosa, ha il coraggio della gioventù, essendo dei rivoluzionari”. “La società cercava di emarginarci, ma alla fine non ci sono riusciti” ha concluso il suo intervento Di Maggio. Pietro Orsatti ha ricordato l’impegno sociale e politico di Peppino Impastato, non solo contro la mafia, e ha tracciato un parallelismo tra la storia dei giornalisti uccisi dalla mafia tutti in qualche maniera “mascariati” per allontanare la ricerca della verità. Infine c’è stato anche un intervento di Sonia Bongiovanni, esponente del gruppo teatrale “Our Voice”, che ha presentato il gruppo ai ragazzi: “Noi cerchiamo di fare la nostra parte e lo vogliamo farlo tramite l’arte, perché secondo noi è la cura al gran male che esiste nel nostro pianeta. Ringraziamo i compagni di Peppino perché con le loro parole ci trasmettono questa voglia di lottare e dire la nostra”.

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