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dom agoAppello al Presidente Mattarella: “Uno Stato che tace uccide quanto la mafia”
di Aaron Pettinari - Foto
“Erano anni che non scendevamo più in campo. Quella di ieri per noi è stata una giornata molto intensa ed importante. Assieme a Claudio abbiamo ricordato altri 107 bambini che non vengono mai ricordati ed era giusto farlo”. Si sente tutta l’emozione di Graziella Accetta Domino nel ricordare il figlio, all’epoca undicenne, trent’anni dopo la sua morte. Dalle sue parole, al tempo stesso, traspare la grande determinazione ner chiedere giustizia e far sì che nessun bambino vittima di mafia sia dimenticato.

“L’anniversario di mio figlio è diventata una festa per tutti i figli ed è giusto così - aggiunge Graziella - Loro sono invisibili e si parla pochissimo delle loro vite. Ci sono bambini molto piccoli, di appena 56 giorni, e ci sono ragazzi di 17 anni. Tante storie di bambini che avrebbero avuto bisogno dei loro genitori e viceversa. Quindi io e mio marito Antonio abbiamo voluto fortemente questa manifestazione. Perché non bisogna dimenticare”.
La mamma del piccolo Claudio ricorda bene quegli anni drammatici che hanno fatto seguito all’uccisione del figlio: “E’ stata molto dura perché la mafia si è abbattuta su di noi all’improvviso. La nostra era una famiglia di lavoratori e non eravamo abituati a quel tipo di delinquenza”.
Graziella racconta perché, dopo tanto tempo, la sua famiglia ha deciso di scendere nuovamente in piazza: “L’incontro avuto tre anni fa con Papa Francesco già ci aveva dato una nuova forza. Poi c’è stata la trasmissione di Porta a Porta con l’invito a Riina jr. Uno scandalo assoluto dove si è fatto passare un messaggio devastante di un ‘padre perfetto’ che si trova ‘disgraziatamente’ in galera. Una cosa terribile che ci ha fatto tanto riflettere ed indignare. Così come ci indigna che oggi proprio Riina jr può tornare a vedere suo padre in carcere. L’ennesima beffa. Noi nostro figlio invece non possiamo più incontrarlo”. La signora Domino lancia poi un appello al Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Lo Stato in Sicilia non c’è, non esiste. Ed uno Stato che tace fa proliferare la mafia e la delinquenza. Uno Stato che tace uccide quanto la mafia e da loro la possibilità di poterlo fare”.
Trent’anni dopo quel barbaro assassinio ieri mattina si è svolta la commemorazione nella stessa via in cui venne ucciso e che porta il suo nome.
Assieme ai due genitori erano presenti tanti rappresentanti delle istituzioni civili e militari, il sindaco Leoluca Orlando, don Luigi Ciotti, fondatore dell'associazione Libera, Augusta e Vincenzo Agostino, genitori dell'agente di polizia ucciso dalla mafia e Francesco Accordino, dirigente della sezione omicidi di Palermo all'epoca dell'omicidio.
Altra cosa importante la presenza degli studenti delle scuole "Ignazio Florio", "Borgese", "Capuana", "Monreale" e "Majorana”. Sul palco sono anche salite tante associazioni come Libera, Agende Rosse, Scorta Civica, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.

Importanti le parole di Don Ciotti che ha celebrato la messa nella chiesa di San Vincenzo de Paoli, in via dei Quartieri. “La memoria non deve essere un esercizio retorico, ma deve seguire l’azione e l’impegno di tutti a partire dalle scuole. La commozione è un’emozione umana, ma non serve a niente se non ci si rimboccano le maniche". E poi ha aggiunto durante l'omelia: "Frequento questa città da almeno 40 anni e ho visto i suoi momenti più difficili, ma anche quelli più belli, Palermo è cambiata, ma ancora non basta, non possiamo essere cittadini a intermittenza”. Ed oggi Graziella vuole ringraziare tutti: "Abbiamo sentito il calore e la vicinanza dei ragazzi e delle associazioni. E questa sicuramente è una grande soddisfazione. E tutti abbiamo festeggiato 108 bambini. Compreso il mio”.

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