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xylella ulivo tagliato effDall'Ue solo allarmismo attorno al virus.
di Emiliano Federico Caruso

Sulle motivazioni, giustificate o meno, che circolano intorno all’eradicazione degli ulivi ce ne sarebbe da scrivere, a partire dalla dichiarazione di Donato Boscia, già responsabile dell’Unità organizzativa di supporto di Bari, quando a marzo dello scorso anno contribuì di molto al successivo stato di allarmismo generale.

“Una fascia di eradicazione (degli ulivi, ndr) di un solo chilometro è risibile, e non sarà sufficiente a contenere la pandemia di Xylella entro i confini della provincia di Lecce” dichiarò infatti in quell’occasione il ricercatore, considerato il primo ad aver individuato nel batterio uno dei responsabili del disseccamento degli ulivi pugliesi “Sarà necessario allargarla di parecchi altri chilometri”. Almeno dieci, quindi, a sentire lui, che ha poi aggiunto che l’Unione Europea si sarebbe affrettata a emanare un’ulteriore direttiva riguardante il contagio da Xylella e i relativi provvedimenti per contenerlo. Detto fatto: un mese dopo la “Decisione di esecuzione U.E. 2015/789 della Commissione” era già pronta, e riguardava in particolare “Le misure di prevenzione contro l’introduzione nella Comunità (europea, ndr) di organismi nocivi ai vegetali o prodotti vegetali e contro la loro diffusione nella Comunità”.

Oltre a sancire il divieto assoluto di introdurre in Europa le piante di caffè provenienti da Costa Rica e Honduras, semi esclusi, la direttiva invocava anche l’istituzione di una zona delimitata comprendente sia il terreno infetto (e qui si parla di proposito di terreno, dal momento che non sembra si siano svolte finora serie ricerche sul sottosuolo degli uliveti colpiti) sia una zona cuscinetto di “una larghezza di almeno 10 chilometri”. In quest’area delimitata, che tra terreno infetto e zona cuscinetto arriverebbe anche a qualche decina di chilometri, “lo Stato membro interessato, entro un raggio di 100 metri attorno alle piante che sono state esaminate e sono risultate infette dall’organismo specificato (la Xylella fastidiosa, ndr), rimuove immediatamente [...] le piante ospiti indipendentemente dal loro stato di salute le piante  notoriamente infette e quelle che presentano i sintomi di una possibile infezione”. Insomma, se avessero detto di sradicare qualsiasi ulivo avrebbero fatto prima.
Dopo vari allarmismi e continue invocazioni all’eradicazione degli ulivi e alla  loro bruciatura, la direttiva si conclude con una lista di circa 200 specie vegetali “Notoriamente sensibili agli isolati europei e non europei dell’organismo specificato”.

Nel tentativo di contrastare almeno in parte il generale allarmismo intorno alla faccenda della Xylella in Puglia, il Consorzio Mediterrae, i cui molteplici interessi vanno dall’implementazione di progetti innovativi (compresi appunto quelli riguardanti l’agricoltura) fino alla finanza agevolata e all’implementazione di fondi strutturali, ha inviato a inizio febbraio un interpello ad alcune tra le maggiori personalità europee: dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a quello della Repubblica, Mattarella, fino a Gianluca Nardone, direttore generale del Dipartimento di agricoltura della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, assessore agricoltura della stessa Regione, Cataldo Motta, procuratore capo della Procura di Lecce, Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, Maurizio Martina, ministro dell’agricoltura, Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, e Jean-Claude Juncker.

Nella missiva, dietro la quale troviamo il commercialista Natalino Ventrella e l’ingegnere Roberto de Pascalis (già generale dell’Aeronautica militare), rispettivamente amministratore delegato e presidente di Mediterrae, si sottolinea a più riprese come l’allarmismo di Donato Boscia abbia potuto generare “in noi il ragionevole dubbio che possa aver influenzato, con le proprie teorie, sia la relativa Commissione U.E. tutta, oltre che il commissario Andriukaitis (Vytenis P. Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare della commissione Juncker, ndr) al punto di trarla in errore e di indurla a formulare la prefata decisione U. E. del 18 maggio”. Oltre alla teoria che Boscia possa aver influenzato la commissione dell’Unione Europea, l’interpello prosegue sottolineando la mancanza di una qualsiasi “pubblicazione scientifica che possa ricondurre i danni di essiccamento degli Olivi del Salento quali causati direttamente ed unicamente dal batterio della Xylella” attribuendone poi i danni a “moltissime cause, per cui si renderebbe necessaria una sostituzione generale di pratiche e di procedure”.

Un interpello, quindi, che non solo sottolinea quanto l’allarmismo di Boscia sia infondato, ma anche la mancanza di seri studi scientifici che possano attribuire tutti i danni alla sola presenza del batterio della Xylella, danni che vanno invece connessi a molte cause diverse.
Tra tutti i destinatari, solamente Jean-Claude Juncker ha risposto (il 10 marzo), procedendo “a darne comunicazione alla competente commissione U.E. per l’esame delle pressanti richieste volte ad annullare la decisione U.E. citata in oggetto”. Un ottimo segnale da parte del presidente della Commissione europea, il silenzio assoluto, invece, da parte di Mattarella, Renzi, Martina, Emiliano, Draghi, Di Gioia e Nardone.

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