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di Antonio Nicola Pezzuto

Aveva accumulato un tesoro stimato in 14 milioni di euro grazie ai proventi di attività illecite. Un patrimonio enorme, quello dell’autodemolitore Agostino Marzo di San Donato di Lecce, proprietario dell’autodemolizione “Euro 2000”. L’uomo ha precedenti per detenzione illegale di armi e munizioni, furto, ricettazione e lesioni. Ora i suoi beni diventano definitivamente proprietà dello Stato grazie al decreto, emesso dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce il 12 luglio 2013 su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce, confermato irrevocabilmente lo scorso 8 luglio.
La confisca definitiva completa un iter giudiziario che aveva portato al sequestro disposto dal Tribunale di Lecce su proposta della Procura.
Ad apporre i sigilli all’ingente patrimonio, la Direzione Investigativa Antimafia di Lecce. Le articolate indagini della Sezione Operativa hanno appurato una forte sproporzione tra i modesti redditi dichiarati e il valore dei beni del Marzo. L’inchiesta nasce da un esposto e da una serie di sospetti maturati sul conto dell’uomo.


Da un’attenta analisi delle dichiarazioni  dei redditi  di Agostino Marzo, della moglie e del figlio, appare subito evidente la sproporzione fra le entrate riscontrate e le uscite verificatesi tra il 1985 e il 2012. C’è, infatti, una sperequazione di circa sei milioni di euro tra i redditi dichiarati dalla famiglia Marzo e il patrimonio a lui riconducibile, intestato alla moglie e al figlio. Quindi, il sospetto che le ricchezze fossero frutto di proventi illeciti si è fatto largo tra gli inquirenti. Anche la moglie, in qualità di legale rappresentante delle società che amministrano l’attività di autodemolizione, è stata condannata per raccolta e smaltimento di rifiuti pericolosi non autorizzati.
Ma vediamo nel dettaglio da quanti e quali beni è composto il patrimonio accumulato illecitamente: tre società ed una ditta individuale attive nel settore dell’autodemolizione; un opificio industriale composto da tre capannoni, un locale adibito ad officina, un appartamento ed un fabbricato a due piani, il tutto edificato su un’area di 5 ettari; una villa di 340 mq. con piscina di 114 mq. e un capannone adibito a deposito di 435 mq.; una casa colonica con annesso locale-deposito e terreno di pertinenza di 9000 mq.; un impianto sportivo fornito di un campo di calcio con tribune e gradinate, palestra, spogliatoi, piccolo bar, pista per atletica leggera e campo da tennis; il complesso immobiliare denominato “Masseria Perrone”, costituito da due abitazioni, cinque ampi locali e da un fabbricato di antica costruzione, il tutto costruito su un fondo rustico di oltre 8 ettari; un’area edificabile di 2 ettari e altri fondi agricoli di 3 ettari; disponibilità bancarie e finanziarie per oltre 4 milioni di euro.
Questo tesoro accumulato illecitamente è adesso di proprietà dello Stato.

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