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di Sonia Cordella - 8 giugno 2015
Corruzione e mafia due facce della stessa medaglia. Proteggiamo l'ultimo baluardo della Verità
Zugliano (UD).
“19 luglio 1992, una strage di stato. Quali conseguenze?” E' questo il titolo dell'incontro tenuto a Zugliano (UD) organizzato dal movimento agende rosse Udine gruppo Emanuela Loi. Andrea Del Zozzo apre l'incontro con i ringraziamenti ed i saluti dando la parola a don Luigi Piazza responsabile del centro Balducci dove è ospitato l'evento che insieme ai ragazzi di Libera e del movimento di Salvatore Borsellino ha sempre posto attenzione ai temi della giustizia e della legalità. Il primo cittadino della città di Udine Furio Hansell accoglie calorosamente gli ospiti e la platea con l'orgoglio di poter affrontare temi tanto importanti nella propria provincia, consegnando personalmente al termine della conferenza un ricordo a ciascun espositore.

I relatori si susseguono in un excursus storico della mafia che affonda le sue radici agli albori della prima Repubblica tracciandone la sua reale identità. Giampaolo Carbonetto già caporedattore del Messaggero veneto, moderatore del dibattito, accusa “la distrazione etica” della popolazione civile del nostro paese che non reagisce alla sfacciata sopraffazione e oltraggio dei valori morali da parte di coloro che occupano indegnamente le nostre istituzioni. Ne è un chiaro esempio l'ultima vicenda che ha visto tutti gli schieramenti politici attaccare il presidente della commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi per aver pubblicato una lista di impresentabili. Gli esempi sono innumerevoli scorrendo l'ultimo triste ventennio della storia italiana dove personaggi “in odore di delinquenza vengono votati in massa senza che questo inneschi una riflessione sul significato che tale gesto possa avere a livello sociale, etico e politico”. Dove personaggi “in veste istituzionale come Lunardi affermano che con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole”. Eppure il nostro Bel Paese non ha dato i natali solo a gente criminale e senza scrupoli ma ha portato nel suo grembo grandi uomini che hanno incarnato i supremi valori di Giustizia e Verità. Enzo Guidotto presidente dell'osservatorio veneto sul fenomeno mafioso ricorda le parole di Paolo Borsellino durante un convegno tenuto in Veneto nel gennaio 1989 che prevedeva una espansione territoriale delle organizzazioni mafiose nel centro nord e che il Friuli avrebbe potuto divenire la regione ponte con l'Europa dell'est con l'apertura dei mercati europei per traffico di stupefacenti, droga e armi. Il professor Guidotto cita alcune delle indagini che testimoniano quanto fossero vere le analisi del giudice Borsellino, “l'arresto nel '98 di Costantino Sarno numero due della camorra con base nella zona di Caorle (VE) al quale vennero sequestrati otto negozi di pelletteria e abbigliamento, basi per traffici illegali con l'est; gli investimenti miliardari emersi in una operazione che ha coinvolto il clan Mancuso di Lamezia Terme, quindi 'ndrangheta, con l'arresto di una complice eccellente, Patrizia Pascuin, originaria del nord est ma presidente di sezione del tribunale della città di Lamezia Terme; gli intrallazzi in Friuli dell'impresa de Eccher Costruzioni con Cosa Nostra dimostrata dall'inchiesta mafia e appalti della quale si interessò lo stesso Paolo Borsellino. Claudio de Eccher per poter avere appalti in Sicilia si sedette a tavolino con Angelo Siino definito il ministro dei lavori pubblici di Totò Riina il sanguinario. Recentemente la ditta ha ricevuto un'interdittiva antimafia” rivela Enzo Guidotto “e per farsela togliere il titolare della ditta si era rivolto al ministro Maurizio Lupi perché ne parlasse con il ministro Angelino Alfano, in cambio avrebbe dato il posto di lavoro al figlio di Lupi; ancora traffici illeciti emergono nel '91 attraverso società che facevano capo ad una holding con sede a Vienna gestita da un colonnello del kgb; e qualche anno fa a Venezia è stato arrestato Vito Galatolo appartenente a una famiglia mafiosa di Palermo, oggi pentito ha raccontato di aver partecipato all'acquisto del tritolo che Matteo Messina Denaro voleva utilizzare per colpire il pm Nino Di Matteo.”


“La mafia è un problema politico” sostiene Giorgio Bongiovanni direttore di Antimafia Duemila “Oggi sappiamo che ci sono uomini che hanno occupato ed occupano lo stato italiano indegnamente, uomini che si sono avvicendati nei vari governi della storia repubblicana che hanno stabilito patti con le mafie italiane”. Bongiovanni ricorda al pubblico presente in sala l'importante lavoro di due uomini simbolo che stanno indagando, insieme al loro pool, con enormi difficoltà e minacce di morte, e stanno entrando nel cuore dello stato italiano: Nino Di Matteo e Giuseppe Lombardo. -Lo stato deve guardare dentro di se per sconfiggere la mafia- è una delle frasi chiave del nuovo libro “Collusi” di Nino Di Matteo. A Reggio Calabria il procuratore Lombardo ci ha detto che il problema delle mafie è superato. Quando le organizzazioni criminali devono porre in essere omicidi eccellenti o strategie che riguardano tutta la criminalità organizzata questa viene coinvolta. Ma ci sono uomini “invisibili” potenti che suggeriscono o in casi particolari chiedono... Gli “invisibili” sono i veri capi della mafia cioè i personaggi che partecipano a quel sistema che noi chiamiamo sistema criminale integrato. Quindi la mafia non è un problema esterno al nostro paese ma è un sistema di potere interno allo stato, un sistema di potere in cui persino la capitale viene coinvolta perché all'interno di questo sistema può e deve convivere la corruzione che sono due facce della stessa medaglia. Come avete visto “mafia capitale” aveva uno snodo attraverso un boss mafioso, Massimo Carminati, in collegamento con Cosa Nostra e 'Ndrangheta. Vi siete mai chiesti perché il presidente del consiglio Renzi vuole riformare la costituzione con un personaggio condannato in via definitiva dalla Suprema Corte, Silvio Berlusconi, il cui fondatore di partito è in carcere perché condannato definitivamente per associazione mafiosa? Quindi il partito è un partito mafioso. Vi siete mai chiesti perché un presidente del consiglio vuole fare l'incontro del Nazareno con questo personaggio? Il presidente del consiglio non è mafioso ma è lo Stato che rappresenta e che il sistema criminale integrato usa per mandare avanti i propri affari. I magistrati invece sono una casta. I pochissimi magistrati che indagano e combattono questo sistema criminale sono isolati. Il consiglio superiore della magistratura nella migliore delle ipotesi è stupido, nella peggiore delle ipotesi conosce questo sistema e ha paura di affrontarlo. Non ci potrebbe essere la corruzione nel nostro paese” prosegue Bongiovanni “se non ci fosse un motore di forza che la controlla e la difende e questo motore di forza è costituito dalle organizzazioni criminali. Ecco perché viene bocciata la candidatura del magistrato più temuto dalla mafia ad un ruolo, quello di procuratore nazionale antimafia, che gli spetterebbe di diritto per merito e numero. Il Csm, rappresentato da magistrati arroganti e farisei che avevano già tradito Falcone e Borsellino, tradiscono nuovamente. Forse ce l'hanno scritto nel loro emblema -Dobbiamo tradire i migliori magistrati-. Allora, o noi ci svegliamo” conclude il direttore “o diventiamo impresentabili anche noi. Dobbiamo fare una rivoluzione intellettuale. Intanto però dobbiamo proteggere questi magistrati che sono l'ultimo baluardo della Verità nel nostro paese”. “La mia esperienza in commissione antimafia è sconvolgente”, confessa Mario Michele Giarrusso membro della commissione parlamentare antimafia riferendo l'omertà di molti sindaci nel nord del paese che interrogati dalla commissione antimafia si trincerano dietro il silenzio per paura “Come fossimo nella Sicilia degli anni '60”. Giarrusso prosegue spiegando che la caratteristica del 416 bis, reato di associazione mafiosa, è quella di influenzare la pubblica amministrazione. “Il rapporto delle mafie con il territorio e con la politica è l'essenza della mafia” asserisce il senatore “La mafia, quella vera, è quella che resiste alle burrasche giudiziarie. Questo parlamento in cui io siedo è uno de più inquinati della storia del nostro paese. Stanno portando avanti le richieste che c'erano nel “papello”. Poche settimane fa è stato depositato alla Camera il disegno di legge del deputato Bossio (Pd) che colpisce al cuore la lotta alla mafia perché vuole abolire l'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario, il doppio binario, cioè la fine dell'ergastolo per i boss mafiosi. Con questo articolo il mafioso sapeva che non sarebbe mai uscito dal carcere se non avesse collaborato con la giustizia. Allora” conclude Giarrusso “se vogliamo capire dobbiamo fare in fretta e se vogliamo lottare contro la mafia dobbiamo cambiare registro, quelli che dobbiamo colpire duramente sono tutti i colletti bianchi, quelli che investono soldi, quelli che fanno carriera politica, quelli che hanno 50 milioni di euro sul conto e dicono di non sapere come gli sono arrivati, perché questa è la vergogna di questo paese. Questa è gente che ha rovesciato il senso di fare politica. Non entra in politica per servire il proprio paese e i cittadini ma si serve della politica come mezzo per fare scalata . Il mondo alla rovescia. Questi sono quelli del mondo di sopra di cui parlava Carminati e questa gente ci manderà a picco tutti rapidamente se non li fermiamo”. “Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti” afferma Salvatore Borsellino “Basta guardare lo sfacelo in cui si trova il nostro Paese. Quando mi invitano a incontri sulla legalità dico di no perché non so dire cosa è la legalità nel nostro Paese oggi. Forse posso parlare di lotta alla illegalità anche se tante cose che prima erano illegali oggi sono diventate legali perché tante leggi sono state fatte proprio per pagare le cambiali che sono state contratte nel corso di quella trattativa. Cosa è la depenalizzazione del falso in bilancio? Il falso in bilancio è quel meccanismo tramite il quale si configurano e si costituiscono i fondi neri delle società che poi servono per alimentare la corruzione. Cos'è lo scudo fiscale se non un riciclaggio di stato che permette a capitali, che sono stati illegalmente esportati e che tante volte derivano da capitali accumulati attraverso i crimini della criminalità organizzata, di rientrare con percentuali irrisorie del quattro per cento mentre in altri stati come la Germania si paga il 40/50 per cento. L'indifferenza è la colpa principale della mia generazione” afferma il fratello del giudice Paolo “la nostra è una generazione colpevole di indifferenza. Ma voi giovani no. Voi siete diversi. E allora io chiedo a tutti voi: riempitevi il petto di questa rabbia e della speranza di Paolo per poter cambiare questo paese e da questa rabbia e questa speranza forse nascerà un paese diverso”.

ANTIMAFIADuemila
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