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agueci-leonardo-3di Aaron Pettinari - 12 novembre 2014
“Gli uomini del Viminale scesi in Procura per verifiche sullo stato di sicurezza”. Ed intanto il Csm esprime la propria solidarietà a Di Matteo ed apre ad una trasferta a Palermo “a sostegno dei magistrati in prima linea e più esposti nella lotta alla criminalità organizzata”
“La riunione di ieri nell’ufficio del Procuratore generale Scarpinato era programmata. Non c’è alcun allarme nuovo ma solo un’attenzione massima per la sicurezza di Di Matteo, degli altri membri del pool trattativa e dell’intera struttura”. Il procuratore facente funzioni, Leonardo Agueci, cerca di rasserenare il clima all’interno della Procura escludendo novità di rilievo sia sull’esistenza di nuovi confidenti che sulla presenza di un certo quantitativo di esplosivo già a Palermo. “E’ vero che si è parlato di sicurezza – prosegue Agueci – sia per l’interno della struttura che per i magistrati. In questo periodo è stato fatto un lavoro serio di analisi sui diversi episodi di minacce, intimidazioni che hanno riguardato i pm. Non ci sono notizie attuali sull’arrivo di esplosivo per attentati. Si tratta di notizie apprese in tempi non recenti che si riferiscono a fatti passati”.

Alla domanda sul perché soltanto ora si siano mossi gli esperti del Viminale assieme alle teste di cuoio, i Gis dei carabinieri ed i Nocs della polizia, il procuratore facenti funzioni risponde mestamente “Evidentemente sono i tempi del ministero”. Agueci ha comunque sottolineato che “nel contesto della riunione si è parlato in generale della sicurezza. E’ nell’ambito della riorganizzazione della sicurezza che è arrivato anche un nuovo mezzo a Di Matteo ma non so dire se sia giunto anche il dispositivo ‘bomb jammer‘ o meno. A dire il vero non credo”. Infine, sul clima interno alla Procura, Agueci ha voluto sottolineare “che si sono fatti importanti passi in avanti. Quando ci sono imposture, insulti e prese di posizione gravi è giusto che il Procuratore capo si schieri dalla parte dei suoi magistrati. Io sono intervenuto anche di recente replicando alle considerazioni di Augias, a mio avviso fuori luogo”. In serata Agueci ha diffuso un ulteriore nota stampa in cui precisa ulteriormente che “In relazione alle odierne notizie di stampa su nuovi progetti di attentato nei confronti di magistrati di questo Ufficio e in particolare del collega Nino Di Matteo, riteniamo importante ribadire che l’esposizione al rischio del collega – che risulta ora più che mai attuale ed intensa – è costante oggetto della massima attenzione da parte di tutti gli organismi interessati e di questa Procura in particolare, che la sta seguendo in ogni evoluzione con  grande apprensione e determinazione”. Sul fronte del rischio di attentati, a prescindere dalla presenza o meno dell’esplosivo a Palermo, tuttavia, come dichiarato dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi, “non si può fare a meno di registrate un fatto, ovvero la presenza degli esperti con le verifiche sul sistema di sicurezza. Se sia un’azione determinata da analisi su cose del passato o più recenti resta il fatto che si ritiene che ci possa essere un rischio e che viene preso sul serio”. E non è forse un caso che proprio oggi in Procura si stavano installando le nuove telecamere lungo le scale che portano agli uffici della Procura generale. Le stesse probabilmente utilizzate da quei soggetti che hanno lasciato, i primi di settembre, una lettera anonima sul tavolo del Pg Roberto Scarpinato.

Solidarietà del Csm e dalla Commissione antimafia
Intanto “sostegno e vicinanza” ad Antonino Di Matteo, è stata espressa dal vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che ha pure sottolineato la necessità di “tenere sempre alta l’attenzione sulla sicurezza dei magistrati più esposti nella lotta alla criminalità”, e da Piergiorgio Morosini, ex Gip del processo sulla trattativa ed oggi membro del Csm per Area. In particolare quest’ultimo ha ricordato “le vicende drammatiche per i magistrati più esposti a cui abbiamo assistito in momenti delicati della vita politica e istituzionale del Paese”, un motivo che accresce la preoccupazione. Proprio Morosini, assieme ai consiglieri Piertantonio Zanettin, Luca Forteleoni e Paola Balducci, si è fatto promotore per una trasferta del Consiglio superiore della magistratura a Palermo, come segnale concreto di sostegno. Segnale che anche la Commissione parlamentare antimafia darà il prossimo 26 novembre quando sarà nel capoluogo siciliano per un’audizione sul contrasto alla criminalità organizzata a Palermo con il Procuratore facente funzioni, Leonardo Agueci, che sarà accompagnato dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Mazzocco e Di Matteo. “La Commissione parlamentare Antimafia è vicina ai magistrati di Palermo ed esprime piena solidarietà al dottor Nino Di Matteo – ha detto il presidente Rosy Bindi – La trasferta a Palermo era già programmata ma in quell’occasione approfondiremo anche gli sviluppi delle ultime gravi minacce”.

Tratto da: loraquotidiano.it

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