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vitale-salvo-c-sebastiano-gulisanodi Salvo Vitale - 12 maggio 2014
Si sono concluse domenica 11 maggio le manifestazioni per ricordare il 36° anniversario della morte di Peppino Impastato. Nella mattinata di sabato 10 Salvo Vitale e Faro Di Maggio, dai microfoni di Radio Cento Passi, che si è installata nella casa che fu di Gaetano Badalamenti, hanno condotto una trasmissione, che prelude a una serie di altre, dello stesso tipo, dal titolo “Onda folle”. Sullo stile dissacratorio e satirico di “Onda Pazza”, ovvero la trasmissione ideata da Peppino Impastato, sono stati trasmessi alcuni sketch, uno sulla latitanza di Dell’Utri, che, nella sua stanza d’ospedale a Beirut riceve Matteo Messina Denaro, uno sulla sceneggiata della visita di Berlusca ai malati di Athzaimer, uno nel lettone di Arcore, con un incontro a tre tra Dudu, Berlusca e Pascalina e uno su Scaiola e la sua presunta relazione con la moglie di Matacena, il quale si trova adesso a Dubai: “Du bai e io resto con Acqua azzurra, acqua chiara”. Nel pomeriggio c’è stato uno dei momenti più interessanti d’analisi affrontati in queste giornate: si è parlato dei beni confiscati alla mafia” spostando la visuale di questo delicato argomento sulla gestione che di questi viene fatta da una ben precisa cricca di amministratori giudiziari, in perfetta intesa con la responsabile dell’Ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Sono stati invitati a parlare del loro percorso giudiziario e dei danni ricevuti, sia alla persona, che all’azienda, che alle famiglie che hanno perso il lavoro a causa dell’incompetenza gestionale o della disonestà di alcuni amministratori, le vittime di alcune vicende, come quelle dell’azienda Comest, della Meditour, della Latticini Provenzano e della Sei.gi.di.o, per discurtere del loro fallimento, della gestione debiti-crediti, pur evidenziando la difficoltà di riorganizzare nel contesto delle leggi dello stato, e quindi con tutti i suoi limiti e le sue norme, attività in passato gestite con scarso rispetto della legalità. Il delicato momento d’analisi ha evidenziato i limiti dell’attuale legge, lo strapotere giudiziario, affidato nelle mani di pochissime persone del tribunale, che gestiscono 45 miliardi, a tanto ammonta l’insieme dei beni confiscati alla mafia in Sicilia, la divaricazione tra il percorso giudiziario, che spesso si conclude con assoluzioni e disposizioni di restituzione dei beni confiscati, e le disposizioni previste dalle normative antimafia, che danno la facoltà al giudice delle misure di prevenzione di reiterare l’ordine di confisca o di sequestro sulla base di personali valutazioni. Il forum si è concluso con l’impegno, da parte dei partecipanti, di acquisire ulteriori conoscenze sull’argomento, al fine di disporre un dossier sui limiti  dell’attuale legge, per avanzare proposte di modifica alla Commissione Antimafia.

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© Sebastiano Gulisano


In serata ha riscosso notevole successo il video “Fiori di campo”, preparato da Paolo Chirco, sull’esperienza del movimento femminista nato a Cinisi nel 1977, all’interno del Circolo Musica e Cultura, con una serie di iniziative condotte in un ambiente spesso ostile, permeato da cultura maschilista e mafiosa. Attraverso la lettura di un diario, sul quale le femministe scrivevano le loro riflessioni e le loro esperienze, è stato ricostruito quel momento storico, con le difficoltà nel costruire rapporti reciproci, i divieti delle famiglie, le sacche di lavoro nero, gli stupri, le violenze, i ricatti e l’obbligo di adottare comportamenti retrivi e non condivisi se non dalle mentalità di una maggioranza spesso ipocrita e perbenista. Il notevole numero dei partecipanti ha indotto gli organizzatore a disporre un secondo turno di proiezioni.
Nella mattinata di domenica si è svolto un incontro che aveva l’obiettivo di costruire una rete, dalla valle del Belice a Castellammare del Golfo, con il fine di condividere conoscenze, esperienze di gestione e amministrazione della cosa pubblica e momenti di solidarietà. La proposta è stata accolta con favore ed è stato deciso di allargare il più possibile la sfera dei partecipanti in un prossimo incontro.
Nel pomeriggio è stato presentato il libro di Lorenzo Barbera “I ministri del cielo”: il libro è stato pubblicato nel 1980 e ripubblicato recentemente: il riferimento è a quello che successe nel Belice subito dopo il terremoto, le visite dei ministri in elicottero, il fiume di denaro per la ricostruzione scomparso, la speranza di cambiamento ancora una volta andata delusa, da parte dei siciliani.
In serata sono stati presentati alcuni filmati, relativi a situazioni particolari del territorio siciliano, ma particolare successo ha riscosso un lungometraggio girato da alcuni ragazzi di Cinisi sul 9 maggio, su Peppino Impastato, su quello che la gente pensa di lui: ne sono venute fuori situazioni allucinanti di condanna di Peppino e dei suoi compagni, ritenuti, da qualcuno, gli assassini del loro leader, apprezzamenti poco felici sull’operato delle persone che frequentano Cinisi nei giorni delle ricorrenze e sulla figura di Giovanni Impastato, con l’invito, avanzato addirittura da un pastore protestante, a cancellare tutto e ad andare avanti senza pensare al passato. Le registrazioni costituiscono un documento prezioso che testimonia come ancora oggi Peppino stenti ad essere accettato da buona parte degli abitanti di Cinisi.

Foto © Sebastiano Gulisano

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