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csm-plenumdi AMDuemila - 20 dicembre 2013
"L'incontro non era previsto e nessuno ci ha chiesto di partecipare". E' questa la ragione avanzata dalla delegazione del Csm, guidata dal vicepresidente Michele Vietti, che scesa in Sicilia per manifestare la propria vicinanza e solidarietà ai magistrati di minacciati dal boss Totò Riina non li ha però incontrati. Il motivo? "Non siamo noi gli organizzatori" della manifestazione, ha dichiarato Vietti.
"Nella delibera non era previsto un incontro né qualcuno ha chiesto di incontrarci. E non ne sono sorpreso" ha detto amareggiato Nino Di Matteo, pm di punta del processo per la trattativa Stato-mafia nonchè magistrato più a rischio a causa delle minacce di morte del Capo dei capi.
"Siamo molto amareggiati - ha asserito Francesco Del Bene - non ci aspettavamo che il Csm venisse a Palermo per esprimere solidarietà ai magistrati minacciati e non ci incontrasse. Io, come anche gli altri, non ho ricevuto alcuna comunicazione dell'incontro".

"Siamo rimasti in ufficio tutta la giornata - ha poi affermato Roberto Tartaglia - Mi aspettavo che un incontro formale sarebbe stato richiesto al di là del contenuto della delibera del Csm". Considerazioni condivise dall'aggiunto Vittorio Teresi, che coordina il pool della Procura di Palermo.
"Non possiamo selezionare noi i magistrati da incontrare - ha invece ribadito Vietti - noi esprimiamo solidarietà a tutti i magistrati, noti e non noti. Sono pronto a testimoniare la solidarietà a Di Matteo anche con un abbraccio, ma non lo vedo qui". Mentre Di Matteo, in relazione alla manifestazione che oggi si è svolta a sostegno dei magistrati, si è così espresso: "Noi cercheremo di continuare a fare il nostro dovere consapevoli che il nostro è un ruolo di servizio, queste manifestazioni spontanee sono importanti anche più dei silenzi. Non hanno capito niente. Il magistrato politicizzato è un altro tipo di magistrato, non quello che sente il bisogno di venire tra la folla per ringraziare di fronte a queste manifestazioni".

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