di AMDuemila - 20 agosto 2015
Il gip di Roma ha accolto la richiesta della Procura disponendo il processo con rito immediato per 34 persone coinvolte nella seconda parte dell'indagine su Mafia Capitale. Il procedimento si svolgerà davanti ai giudici della X sezione penale e vedrà alla sbarra in totale 59 persone. La seconda fase dell'indagine, culminata con gli arresti del 4 giugno, ha messo in luce in particolare il business legato all'accoglienza degli immigrati. Gli accertamenti, così come scrive nell'ordinanza di arresto il gip, evidenziano come Buzzi sia "riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate".
Alla sbarra, il prossimo 5 novembre l'ex capo dell'organizzazione criminale Massimo Carminati e il suo braccio destro Salvatore Buzzi, insieme a politici locali e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione, turbativa d'asta, estorsione e usura. Il processo è stato unificato all'altro, che coinvolge un'altra trentina di persone, già disposto lo scorso 30 maggio.
Rinviati a giudizio anche esponenti della politica locale laziale, come l'ex capogruppo di Fi al consiglio regionale, Luca Gramazio, e l'ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti del Pd. A processo anche i consiglieri comunali Massimo Caprari e Giordano Tredicine, l'ex presidente del Municipio X (Ostia) Andrea Tassone, Guido Magrini, in qualità di direttore del Dipartimento delle Politiche Sociali della Regione Lazio, l'ex assessore comunale Daniele Ozzimo, l'imprenditore Daniele Pulcini e i dirigenti della cooperativa "La Cascina" (Francesco Ferrara, Salvatore Menolascina, Carmelo Parabita e Domenico Cammisa).