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strage-via-damelio-web0di Lorenzo Baldo - 27 ottobre 2011
Al punto “A” dell'articolo 630 del Codice di Procedura Penale viene specificato che la revisione di un processo può essere richiesta “se i fatti stabiliti a fondamento della sentenza o del decreto penale di condanna non possono conciliarsi con quelli stabiliti in un'altra sentenza penale irrevocabile del giudice ordinario o di un giudice speciale”.

In sostanza per poter celebrare un nuovo dibattimento occorre un'altra sentenza definitiva che accerti responsabilità di altre persone e che quindi contrasti con il primo verdetto. Seguendo questo orientamento giurisprudenziale i giudici della Corte di Appello di Catania hanno respinto momentaneamente l'istanza di revisione del processo per la strage di via D'Amelio (avanzata recentemente dalla Procura generale di Caltanissetta) in attesa di una sentenza di Cassazione relativa alle nuove ricostruzioni di Gaspare Spatuzza, così come quelle di Fabio Tranchina, sull'eccidio del 19 luglio 1992. Solamente tre anni fa lo stesso Spatuzza aveva rivelato ai magistrati tutta un'altra verità sulla strage (riuscendo a fornire una serie di riscontri) chiamando in causa i fratelli Graviano per la realizzazione della strage. In questo modo 'u tignusu aveva azzerato le precedenti dichiarazioni dell'ex picciotto della Guadagna, Vincenzo Scarantino, rivelatosi poi un falso collaboratore di giustizia, che invece aveva accusato alcuni boss della cosca di Santa Maria di Gesù. Recentemente erano sopraggiunte anche le dichiarazioni di Fabio Tranchina che aveva ulteriormente tirato in ballo i fratelli Graviano indicandoli come i principali organizzatori ed esecutori della strage di via d'Amelio. A fronte delle dichiarazioni di Spatuzza, neanche due settimane fa, la procura generale di Caltanissetta diretta da Roberto Scarpinato aveva contestualmente avanzato la richiesta di sospensione della pena per boss del calibro di Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Gaetano Murana (condannati all'ergastolo), lo stesso Vincenzo Scarantino e poi ancora Salvatore Candura, Salvatore Tomaselli e Giuseppe Orofino (condannati a pene fino a 9 anni).
Per i condannati detenuti Scarpinato aveva chiesto la sospensione dell'esecuzione della pena; per Orofino, Tomaselli e Candura, che hanno già espiato la condanna, era stata chiesta solo la revisione.
La procura generale di Caltanissetta sta verificando ora la posizione di Gaetano Scotto in quanto deve espiare pene definitive ricevute in altri procedimenti. Natale Gambino, Giuseppe La Mattina, Salvatore Profeta, Gaetano Murana, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso e Vincenzo Scarantino potranno quindi uscire dal carcere. “La Corte d'Appello di Catania – ha commentato il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari – ha ritenuta valida la nostra impostazione per la richiesta di revisione per il processo della strage di via D'Amelio, e lo dimostra la sospensione della pena di 8 imputati condannati. Non ci sorprende invece l'inammissibilità della revisione perchè i giudici hanno aderito ad un orientamento giurisprudenziale della Cassazione”. “Era una decisione che attendevamo nei termini in cui è stata presa, ecco perchè non ci sorprende – ha specificato Lari – questa decisione accredita l'impostazione della Procura di Caltanissetta recepita dal procuratore generale. Nella richiesta inviata al pg noi abbiamo incluso nella documentazione una memoria in cui abbiamo ricostruito i passaggi del processo Borsellino uno e Borsellino bis alla luce dei nuovi collaboratori tra cui Gaspare Spatuzza”.

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