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di AMDuemila
Questa mattina sono state arrestate 20 persone, destinatarie di ordinanze di custodia cautelare (17 in carcere e tre ai domiciliari) emesse dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Secondo le indagini le persone raggiunte dal provvedimento con il benestare del clan Belforte di Marcianise (Caserta), gestivano due piazze di spaccio di hashish, cocaina e marijuana nei comuni casertani di San Marco Evangelista e San Nicola la Strada, rifornendosi da persone legate alle cosche napoletane. Le indagini, realizzate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, fotografano un periodo che va dal 2017 al 2018, ovvero fino all'arresto del promotore del traffico, il 43enne Giuseppe Orefice, più volte arrestato, che riforniva di droga il 35enne Giovanni Capuano, che a sua volta si occupava di spacciare a San Marco Evangelista. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 20 kg di hashish, 100 di cocaina e 60mila euro in contanti oltre a quattro pistole e un giubbotto antiproiettile.
Secondo la ricostruzione degli investigatori Orefice gestiva invece personalmente la piazza di San Nicola la Strada, compresa la cosiddetta "rotonda dello spaccio" ubicata su viale Carlo III, l'arteria che attraversa vari comuni dell'hinterland casertano arrivando alle porte del capoluogo, nei pressi della Reggia di Caserta; lì, nella rotonda, operano soprattutto pusher africani, spesso arrestati ma sempre ritornati a spacciare. Il blitz di oggi non ha toccato i pusher della rotonda, ma i loro fornitori e gli spacciatori soprattutto italiani. Gli inquirenti hanno ricostruito il ruolo di ogni indagato all'interno dell'associazione: con Orefice e Capuano sono finiti in carcere coloro che si occupavano del coordinamento dell'attività di spaccio e della raccolta del denaro, come Raffaele Solla, dirigente della squadra di calcio di San Nicola la Strada, che distribuiva la droga ai vari pusher, e Marco Luise; quest'ultimo recuperava le somme per l'acquisto di stupefacente con la complicità della moglie Immacolata Gargiulo (finita ai domiciliari) e l'intermediazione del cognato Salvatore Marino (carcere). La droga veniva acquistata presso il 22enne Antonio Scotto (carcere), contiguo al clan Licciardi di Secondigliano.
A finanziare gli acquisti degli stupefacenti era il 48enne Francesco Massaro (carcere), titolare di un chiosco-bar a San Nicola La Strada. In carcere è stato condotto anche il 32enne Paolo Crisci, che spacciava nella città di Caserta.

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