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Sequestrati beni per 15 milioni di euro
di AMDuemila - Video
La Guardia di Finanza e la Squadra Mobile di Roma stanno eseguendo, dalle prime luci dell'alba, un'operazione anticamorra nella Capitale e nel nord Italia. 28 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 28 esponenti della famiglia camorrista Senese, ritenuti responsabili di estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. Nel corso dell'operazione è stato altresì eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di beni e aziende per circa 15 milioni di euro.
Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Impegnati circa 200 tra finanzieri e poliziotti, con l'esecuzione anche di perquisizioni, nelle province di Roma, Napoli, Verona, Frosinone, L'Aquila. Viene contestata anche l'aggravante di aver agito con metodo mafioso agevolando la galassia criminale della camorra campana. Le indagini hanno riguardato la penetrazione della camorra nel tessuto economico e commerciale della capitale. Secondo l’inchiesta i canali di investimento utilizzati dal clan Senese erano vari per "ripulire" e far "fruttare" le somme di danaro accumulate nel tempo e almeno in parte occultate in luoghi non convenzionali, spesso ricavati all'interno di diversi immobili nella disponibilità della famiglia. La famiglia ha investito circa 500 mila euro nel commercio all'ingrosso di abbigliamento a Frosinone e Verona, e altri 400 mila euro reimpiegati in Lombardia. Altre somme di denaro illecite, per circa un milione di euro, dapprima trasferite in Svizzera e poi impiegate per finanziare attività imprenditoriali di una società milanese. Parallelamente il fratello del boss, Angelo Senese, è riuscito a fare confluire investimenti per oltre 230 mila euro in attività di ristorazione a Roma, tra le quali "Da Baffo" e "Da Baffo 2", nonché un importante stabilimento in provincia di Latina di produzione casearia. Secondo quanto si apprende sebbene detenuto in carcere da anni Michele Senese continuava a "coordinare" l’attività del clan a Roma, anche attraverso pizzini. In almeno due occasioni "Michele 'o pazz" si è scambiato con il figlio Vincenzo, senza farsi notare dal personale di vigilanza, le scarpe rispettivamente indossate e, secondo gli inquirenti, contenenti messaggi da fare arrivare all'esterno del carcere. Tra le persone finite in carcere nell'operazione che ha decapitato il clan camorristico dei Senese, attivo da anni a Roma, c’è anche Claudio Cirinnà, 54 anni, fratello della parlamentare del Pd, Monica Cirinnà. In passato Cirinnà era rimasto coinvolto in una indagine che riguardava traffico di carburante. Nei confronti di Cirinnà la Procura di Roma contesta i reati di usura, estorsione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Secondo quanto accertato dagli inquirenti l'arrestato non avrebbe legami diretti con il clan Senese ma, sostanzialmente, prestava somme di denaro a soggetti che, a loro volta, erano vittime di usura da parte del clan. Nell'operazione di oggi è coinvolto anche il figlio di Cirinnà, Claudio di 26 anni, per il quale il gip della Capitale ha disposto gli arresti domiciliari.

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