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di AMDuemila
Alle prime luci dell’alba i carabinieri di Castellammare Stabia hanno dato esecuzione a 12 misure cautelari, emesse dal gip del capoluogo campano, su richiesta della Dda, a Napoli e in provincia. In manette sono finiti soggetti ritenuti vicini al clan camorristico D'Alessandro, accusati, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso e associazione finalizzata al traffico di droga. L’indagine, diretta dalla procura antimafia di Napoli e condotta dai carabinieri di Castellamare di Stabia, è scattata nel 2015 quando un esponente di spicco della famiglia egemone nel rione Savorito, quella degli Imparato (anche conosciuti col nome dei Paglialoni, fiancheggiatori del clan D’Alessandro), ha avvicinato il titolare di un esercizio commerciale per imporgli la fornitura di estintori. Da quell’episodio sono scaturite le attività investigative che, attraverso l’impiego di attività tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito di accertare l’attività estorsiva realizzata da alcuni degli indagati i quali, appartenenti alla famiglia Imparato, effettuavano, per conto di terzi, il recupero di crediti insoluti anche nei confronti di soggetti asseritamente appartenenti ad altri clan. Inoltre i carabinieri sono riusciti a smantellare la storica piazza di spaccio del rione Savorito, facente capo agli Imparato, all'interno della quale operavano con precise mansioni addetti alla vendita di cocaina, marijuana e hashish, costantemente rimpiazzati dopo gli arresti, custodi della droga e vedette che, a bordo di biciclette elettriche, per le vie del rione, erano poste a guardia del dispositivo. Gli investigatori sono infine riusciti ad appurare che l’organizzazione aveva la disponibilità di armi da fuoco e che, sebbene autonomamente gestita, parte degli introiti derivanti dall’illecita attività andavano ad alimentare le casse del clan D’Alessandro.

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