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di AMDuemila
"Non minimizzare episodi, soprattutto a livello mediatico"

"L’espressione baby-gang non mi fa impazzire, capisco l’esigenza di sintesi, ma secondo me dà una sensazione errata. Perché qui, spesso, le gang hanno le caratteristiche di essere promanazione dei gruppi mafiosi". Sono passati quasi cento giorni da quando Alessandro Giuliano ha lasciato la direzione dello Sco per approdare alla Questura di Napoli. Intervistato da "La Repubblica", il questore ha spiegato che "dietro le baby-gang si nascondono i cartelli criminali". Secondo Giuliano, le attività della Camorra sono "sempre e moltissimo la droga. E poi naturalmente rapine, racket. Ma sull’altro livello resta il comparto economico: edilizia, lavori, commercio, rifiuti. Le mafie, in generale, hanno una capacità di adattamento e un’elasticità che a volte si fa fatica a comprendere". Un "errore" già commesso in passato con la 'Ndrangheta. Quindi, neanche "la camorra resta immobile. È chiaro che le misure e le condanne inflitte ai clan, l’evoluzione dei quadri dirigenziali, comportano trasformazioni. - ha continuato - Ma questo non toglie che esistano nel nostro distretto forti cartelli mafiosi".
Per il questore bisogna fare "attenzione a non rubricare alcune manifestazioni criminali come episodi di gangsterismo, di basso livello". Qual è il rischio? Minimizzare. "Il rischio di minimizzare, lo dico con rispetto, si corre più dal punto di vista mediatico. Magari si enfatizza l’episodio a valle, come vita di una banda o 'paranza', e resta in ombra l’organizzazione strutturata alle spalle. - ha spiegato - Ma sono quelle che usano sulla strada i più acerbi, e agiscono altrove con forte vocazione imprenditoriale, con competenze professionali, in grado di penetrare i circuiti economici. Da dirigente dello Sco e con le rispettive squadre mobili, ad esempio, in Toscana ci siamo occupati di penetrazioni imprenditoriali da parte del clan Mallardo, con la Procura di Napoli".
Giuliano ha poi parlato di un piano per garantire la sicurezza nella città di Napoli in particolare nelle periferie: "Pochi giorni fa, in Prefettura, è stato aggiornato il Piano di controllo coordinato tra polizia e carabinieri, di cui si vedranno gli effetti nelle prossime settimane". Alla domanda riguardo il dispositivo di collaborazione tra polizia e Arma dei carabinieri, il questore ha detto: "Stiamo provando ancor di più a perfezionare suddivisione e scambio, un piano che ci consente di eliminare qualche duplicazione e di colmare qualche assenza. Tutto questo insieme con l’Arma con cui, ripeto, ho trovato una sinergia davvero eccellente". Per quanto riguardo l'aumento delle unità, il figlio di Boris Giuliano ha detto: "Sono un fautore della qualità, e quindi della regia, insieme alla quantità. Ciò su cui stiamo lavorando e dobbiamo lavorare sempre di più è la razionalizzazione. Insieme alla qualificazione degli episodi: un conto è la lite che finisce in rissa, altro è l’offensiva di soggetti che escono armati. Bisogna quindi scindere i comportamenti nello stesso 'teatro operativo'. Nello stesso punto si mescolano prepotenza, bullismo, degrado e autentici raid criminali".
Per una maggiore crescita sociale, secondo Giuliano non basta solo il lavoro della polizia. "Ci sono varie zone della città che in maniera ciclica ci presentano effervescenze criminali. - ha detto - Ma io dico, banalmente, che solo la risposta repressiva non sarà mai sufficiente, senza un intervento corale. Il caso della Sanità lo testimonia con forza: lì dove sono vari attori sociali ad agire, e la polizia deve essere tra questi anche con un altro volto partecipativo e di stimolo, le cose funzionano e una ripartenza assume così un grande valore. - ha concluso - Napoli in questo, poi, devo dire che sa riservare realtà di assoluta qualità, io ne ho incontrate da Scampia a San Giovanni a Teduccio. Ma da soli no, non riusciamo".

Foto © Imagoeconomica

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