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di AMDuemila - Video
Colpita "l'alleanza di Secondigliano" dei Contini-Mallardo e Licciardi
Sequestrati dalla Guardia di Finanza beni pari a 130 milioni

Importante operazione contro la Camorra da parte del Ros e del comando provinciale di Napoli che questa mattina hanno arrestato 126 affiliati ai clan Contini, Mallardo e Licciardi, facenti parte della cosiddetta "alleanza di Secondigliano". Una vera e propria maxi-operazione che ha interessato l'intera provincia napoletana ma anche altre località del territorio nazionale e diversi stati esteri, dove i carabinieri, tramite Interpol, si sono avvalsi della collaborazione delle locali forze di polizia. Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, si sono avvalse del contributo investigativo anche della Polizia di Stato e della Dia e hanno portato alla contestazione agli indagati di numerosi reati: dall'associazione di tipo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, all'estorsione, all'usura, al riciclaggio e altri.
Contestualmente, inoltre, la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro il patrimonio ritenuto provento dell'attività illecita, per un valore di circa 130 milioni di euro.
Le indagini hanno permesso di ricostruire gli assetti gerarchici interni all'alleanza di Secondigliano e sono stati documentati i numerosi reati che sarebbero stati commessi dagli affiliati, indicatori della capacità di intimidazione esercitata sul territorio e, in alcuni casi, anche di ingerenza all'interno di strutture pubbliche.
Durante la conferenza stampa, il procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo, ha spiegato che l’ospedale San Giovanni Bosco "era diventato la sede sociale dell'Alleanza di Secondigliano: gli uomini dei Contini controllavano il funzionamento dell'ospedale, dalle assunzioni, agli appalti, alle relazioni sindacali”. Il controllo avveniva “attraverso la partecipazione anche di sanitari, a volte indotta dalla paura e a volte dalla coincidenza di interessi”. In generale, Melillo ha evidenziato che "l'ospedale era diventata la base logistica per trame delittuose, come per le truffe assicurative attraverso la predisposizione certificati medici falsi". Per il magistrato "era noto anche alle altre organizzazioni. Ci sono collaboratori che hanno raccontato che gli altri clan, quando avevano bisogno di prestazioni illegali, non facevano altro che rivolgersi agli uomini del clan Contini. Le pagine del giudice descrivono un sistema allarmante, come allarmante è anche il quadro che emerge dalle indagini in corso. Dal punto di vista - ha concluso il procuratore capo di Napoli - i fatti relativi a questa misura cautelare si fermano al 2016, le indagini relative alle attività successive sono ancora in corso e quindi riservate".